Il 6G e le telecomunicazioni del futuro nascono nei laboratori sperimentali del Sud Italia. E’ questo quanto emerge dagli ultimi report relativi a come la tecnologia abbia impattato nelle nostre città. Essi studiano l'integrazione fra reti terrestri e non terrestri per implementare servizi come il monitoraggio ambientale, la logistica avanzata con droni, la prevenzione di catastrofi, la gestione di operazioni d'emergenza o per garantire segnali stabili ed efficienti in aree remote.
I risultati dello Spoke 2 di Restart
Fa parte dei primi e prestigiosi risultati dello Spoke 2 di Restart, il più importante programma di ricerca e sviluppo pubblico mai realizzato in Italia nelle telecomunicazioni. Finanziato dall'Ue con 116 milioni di euro del Pnrr, gli atenei vantano un livello di competenza molto spinto sulle telecomunicazioni, tanto che oggi si sta già sperimentando il 6G con un anticipo di 3-5 anni rispetto all'implementazione delle tecnologie.
I laboratori, avviati nel 2023 con 2,5 CE milioni di euro, sono un polo di ricerca di frontiera. Dotati di attrezzature all'avanguardia, tra cui un emulatore di canale satellitare, una workstation ad alte prestazioni, infrastrutture di rete, droni con voliera dedicata, camera anecoica, antenne, dispositivi programmabili e hardware per sistemi T/Nt, si qualificano come hub strategici per gli studi sul 6G.
Fra i vari progetti, in particolare, uno studia l'integrazione tra reti terrestri e non terrestri. Oggi abbiamo la rete 5G, che è una rete di terra con antenne che coprono, tramite onde radio, le nostre città. Poi c'è la rete satellitare come quella di Musk, ma sono tecnologie completamente disaccoppiate, a sé stanti. Il 6G ambisce a un'unica tecnologia che integri elementi di terra ed elementi satellitari. Tutto fuso insieme, perché così si riesce a perseguire una più alta efficienza ma questo avviene anche perché le tecnologie sono ottimizzate per lavorare insieme, cosa che ora manca. Ciò aumenterà la copertura, la capillarità, ma portare gigabit al secondo ovunque significa creare opportunità di sviluppo economico e sociale, perché grazie a una rete ad alta velocità diffusa e wireless, si potrà ad esempio abilitare la telemedicina nelle aree rurali.
L’importanza di attrezzature valide
E’ anche vero però che servono competenze e attrezzature valide per ipotizzare sistemi di questo tipo. Per far fronte a queste necessità, c'è un progetto che si chiama “Ita-Ntn”, per cui è stato allestito un laboratorio con caratteristiche di unicità a livello europeo: è un aggregato di dispositivi che studiano l'integrazione tra reti terrestre e non che non si trova altrove.
Il 6G è una cosa pazzesca ma rappresenta anche il nostro futuro. Avere studenti e ricercatori che si formano con attrezzature che fanno invidia a tutti e sono già disponibili alle imprese per fare sperimentazioni, vuol dire costruire il valore aggiunto che si avrà un domani come professionalità e come territorio. Vi saranno risorse umane con picchi di competenze nelle telecomunicazioni molto elevati e poco diffusi.
Al contempo, è fondamentale l’aggiornamento sistematico agli standard 6G delle attrezzature che man mano verranno acquistati attraverso nuovi finanziamenti, oltre alle sperimentazioni per tutto il territorio nazionale, con sempre più personale altamente qualificato. In tre anni sono stati creati laboratori all’insegna dell'innovazione ipertecnologica che arricchiscono molto l'offerta scientifica del Sud Italia. La strada è tracciata, seguirla è d’obbligo per la nostra società.
A cura di Sabino Del Latte