17 Oct, 2025 - 15:30

Accesso a Medicina 2025/2026: addio test, ecco la rivoluzione per entrare

Accesso a Medicina 2025/2026: addio test, ecco la rivoluzione per entrare

Il sogno del camice bianco è a un passo, ma con una strategia del tutto nuova: i test d’ingresso tradizionali sono stati aboliti. Tuttavia, la strada per l'accesso a Medicina non è diventata più semplice, ma si articola in passaggi diversi e ben strutturati. Da quest’anno, infatti, il percorso per diventare medico cambia profondamente, coinvolgendo una platea di decine di migliaia di aspiranti medici. La storica riforma dell’accesso a Medicina ha archiviato per sempre la logica del “quizzone”, introducendo un sistema che punta a premiare la preparazione e la costanza degli studenti fin dal primo giorno.

Il nuovo quadro normativo, che ridisegna completamente le modalità di accesso, trova il suo fondamento nel Decreto Legislativo n. 71 del 15 maggio 2025 e nel Decreto Ministeriale n. 418 del 30 maggio 2025, pubblicati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). Come specificato nelle premesse del decreto stesso, l'obiettivo è quello di orientare e valorizzare il percorso degli studenti, superando la logica della prova singola. Come spiegato sul portale ufficiale mur.gov.it, questa riforma intende superare le barriere d’ingresso iniziali, favorendo un accesso più inclusivo ma al tempo stesso meritocratico.

Come funziona il nuovo accesso a medicina: il semestre propedeutico

La novità più significativa è l’abolizione del test d’ingresso, sostituito da un semestre propedeutico ad accesso libero, aperto a tutti i diplomati. Questo nuovo percorso, introdotto a livello nazionale, rappresenta il primo passo obbligato per l’anno accademico 2025/2026 e si svolgerà indicativamente da settembre a novembre. La procedura di iscrizione, come per gli anni precedenti, andrà completata interamente online attraverso il portale istituzionale Universitaly, che gestirà l'anagrafica nazionale degli studenti.

Come chiarito dal MUR e confermato da diversi atenei, tra cui l’Università degli Studi di Siena, il semestre propedeutico si concentra su discipline fondamentali dell'area biomedica. Le materie oggetto di studio e valutazione sono:

  • Biologia

  • Chimica e Propedeutica Biochimica

  • Fisica

Si tratta di un approccio innovativo che permette agli studenti di confrontarsi fin da subito con le materie universitarie, favorendo un orientamento più consapevole.

Dagli esami alla graduatoria: la nuova selezione per Medicina

Al termine del semestre propedeutico inizia la fase selettiva vera e propria. Gli studenti dovranno sostenere i tre esami relativi alle discipline studiate: queste prove sono identiche in tutta Italia e si svolgono in date uniche per garantire massima equità.

Secondo quanto riportato anche da Il Sole 24 Ore e confermato dal DM 418/2025, per essere inseriti nella graduatoria nazionale di merito è necessario ottenere un punteggio minimo di 18/30 in ciascuna delle prove. La media ponderata finale, secondo quanto dettagliato nel decreto, terrà conto non solo del voto ma anche dei crediti formativi (CFU) associati a ciascuna disciplina, per garantire una valutazione più equa del carico di studio affrontato. Superare gli esami, tuttavia, non garantisce automaticamente l’accesso: l’ammissione al secondo semestre è vincolata alla posizione ottenuta in graduatoria e al numero dei posti disponibili.

Se non passi: crediti riconosciuti e nessun anno perso?

Uno degli aspetti più apprezzati della riforma, come dettagliato anche su portali di settore come Studenti.it e Alphatest, è la possibilità di non perdere l’anno accademico in caso di mancata ammissione. All’atto dell’iscrizione al semestre propedeutico, lo studente deve infatti iscriversi anche a un corso di laurea affine ad accesso libero, come Biotecnologie, Scienze Biologiche o Farmacia.

Se non si rientra nei posti disponibili per Medicina, i Crediti Formativi Universitari (CFU) acquisiti vengono riconosciuti integralmente nel corso affine prescelto. Questo meccanismo "a paracadute", fortemente voluto dal MUR, ha lo scopo di ridurre il tasso di abbandono universitario e di non disperdere il talento e l'impegno dimostrato dagli studenti. La normativa consente inoltre di ripetere il semestre propedeutico fino a un massimo di tre volte, anche non consecutive.

Frequenza obbligatoria: cosa resta del vecchio corso di studi

Una volta superata la selezione, il percorso di studi prosegue secondo la struttura tradizionale. Resta confermato l’obbligo di frequenza per la maggior parte delle attività didattiche, in particolare per tirocini pratici e attività di laboratorio. Secondo le linee guida pubblicate dal MUR e riprese da diversi atenei, tra cui l’Università di Roma “La Sapienza”, la frequenza minima richiesta per l’ammissione agli esami del semestre propedeutico è del 51% delle ore previste.

In sintesi: il test d’ingresso lascia il posto a un percorso universitario più lungo ma più equo, in cui a fare la differenza sono l’impegno e la preparazione reale.

 

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