Nel mondo di Travaglio ci sono solo due colori: il bianco e il nero. Così, seguendo questa logica, chi in passato ha avuto da ridire sull'operato di Sigfrido Ranucci, oggi, non può condannare l'attentato che l'ha colpito giovedì sera.
Oggi il direttore del Fatto ha aperto l'armadio pieno di scheletri di chi in questi giorni ha dato la solidarietà al conduttore di Report ma in passato non sempre ha applaudito alle sue inchieste.
È la logica del "o con me o contro di me", la logica del travaglismo, baby. E tu non puoi farci niente.
Il mondo si divide in buoni e cattivi, in puri e impuri, c'è chi sta dalla parte giusta della storia e chi no, c'è gente che ama e gente che odia, gente che critica Ranucci o ha il pedigree giusto per dargli la solidarietà senza risultare ipocrita.
Travaglio ragiona così: chi ha osato dire anche solo una mezza parola contro Report non ha cittadinanza nel mondo civile che richiede di condannare la violenza di giovedì scorso, quando una bomba ha fatto saltare in aria l'auto del giornalista.
Oggi il direttore del Fatto è tornato alla carica a tal proposito con un lungo elenco di persone e testate giornalistiche che scredita la solidarietà bipartisan che è arrivata a Ranucci.
E da chi poteva iniziare Travaglio se non da Matteo Renzi?
Ma per condannare un atto di violenza c'è bisogno di essere estimatori senza se e senza ma di chi quell'atto lo subisce? Per Travaglio, sì.
Allora, nel caso di Ranucci, il primo della lista che in queste ore dovrebbe stare zitto è l'ex premier Matteo Renzi:
Non solo: Travaglio, sul conto di Renzi, mette anche che "il fido Nobili diede a Ranucci del "mentitore professionista" e portò alla Camera un dossier falso su di lui".
E insomma: per Travaglio, la stragrande maggioranza di chi corre a dare la solidarietà a Ranucci, è composta di ipocriti.
Meno male che c'è lui che ha la verità in tasca e l'archivio pieno di dicerie (o presunte tali) contro l'amico Ranucci.
E giù l'elenco. A partire da un Sebastiano Messina d'annata. Travaglio, sul suo conto, è risalito addirittura al 2017, quando si permise di accusare Ranucci di essere no vax.
Non manca poi un'altra citazione per un vecchio avversario di Travaglio, Aldo Grasso: fosse stato per lui, Report sarebbe dovuto sparire da anni.
E potevano mancare i giornali di destra? Per Libero, Ranucci è stato "il virus che divora la Rai" e ha fatto "ricatti e dossier".
Per Il Giornale, Report è stato "un tribunale rosso a senso unico" con tanto di "pizzini di Ranucci".
Ce n'è anche per Il Riformista: ha avuto il coraggio di scrivere che il mondo di Ranucci era composto da "fatture false, latitanti, dossier di fango e super 007 molto amici".
Last but not least nella lista degli ipocriti composta da Travaglio, Il Foglio per il quale "Ranucci da decenni mette quintalate di merda nel ventilatore".
Ecco, tutti questi, per il santone Travaglio, non hanno diritto di cittadinanza in un mondo civile che condanna la violenza: fanno parte della lista "Repork".
Perché è sempre e comunque un noi contro loro per il direttore del Fatto (il quale, naturalmente, avrebbe avuto da ridire anche se i cosiddetti ipocriti non avessero proferito parola dopo l'attentato di giovedì).