Secondo una recente esclusiva TMZ, che cita una fonte di alto rango della Casa Bianca, il presidente Donald Trump starebbe seriamente valutando la possibilità di commutare la pena detentiva di Sean "Diddy" Combs, l'icona dell'hip-hop e magnate dell'intrattenimento.
La decisione, secondo le indiscrezioni, potrebbe arrivare già questa settimana. Questo getta una luce imprevista sull'uso del potere presidenziale e sull'imprevedibile natura dell'attuale amministrazione.
Diddy sta attualmente scontando una condanna a 50 mesi di reclusione per aver violato il Mann Act, una legge federale che vieta il trasporto di individui attraverso i confini statali per "scopi immorali".
Dopo aver già trascorso 13 mesi dietro le sbarre, il suo rilascio sarebbe previsto tra circa due anni. Tuttavia, una commutazione della pena da parte del Presidente annullerebbe di fatto il resto della condanna, garantendogli un'immediata liberazione.
Questo non cancellerebbe la condanna dal suo casellario giudiziario come farebbe una grazia, ma porrebbe fine alla sua detenzione.
La vicenda non nasce dal nulla. Subito dopo la sua condanna, il team legale di Diddy si è mosso rapidamente e ha contattato un alto funzionario della Casa Bianca, noto per la sua vicinanza a Trump, per capire se ci fosse la possibilità di un atto di clemenza.
La mossa, inizialmente riservata, è diventata di dominio pubblico quando lo stesso Trump, il 6 ottobre, ha ammesso di essere a conoscenza della richiesta. "Molte persone mi hanno chiesto la grazia", ha dichiarato il Presidente, aggiungendo con un tono informale: "Lo chiamo Puff Daddy, mi ha chiesto la grazia".
La situazione è carica di un'ironia politica non trascurabile. Durante la campagna presidenziale del 2020, Diddy era stato un sostenitore pubblico di Joe Biden, unendosi al coro di celebrità che si opponevano alla rielezione di Trump.
Il fatto che ora il suo destino possa dipendere dalla firma dello stesso uomo che aveva combattuto politicamente aggiunge un ulteriore strato di complessità a una vicenda già di per sé delicata.
La possibile clemenza potrebbe essere interpretata come un gesto di magnanimità bipartisan, o, più cinicamente, come un calcolato tentativo di Trump di guadagnare consensi in segmenti dell'elettorato, come la comunità afroamericana e il mondo dell'hip-hop, dove Diddy resta una figura influente nonostante i suoi problemi legali.
A rendere lo scenario ancora più plausibile è un precedente recentissimo e significativo. Solo venerdì scorso, Trump ha commutato la pena dell'ex deputato repubblicano George Santos, condannato a 87 mesi per frode telematica e furto d'identità aggravato.
Questo atto dimostra una chiara volontà del Presidente di utilizzare attivamente il suo potere di clemenza, anche in casi controversi e di alto profilo mediatico.
La decisione su Diddy non sembra essere unanime all'interno della Casa Bianca. La fonte di TMZ riporta che Trump sarebbe "esitante" e che alcuni membri del suo staff lo starebbero esortando a non procedere, probabilmente preoccupati per le possibili ripercussioni negative sull'opinione pubblica e per l'immagine di un'amministrazione che concede favori a una celebrità condannata per un reato grave.
Ma, come sottolinea la stessa fonte, l'imprevedibilità del Presidente rimane la variabile chiave: "Trump farà ciò che vuole".
Mentre il dibattito si diffonde, gli occhi restano puntati sulla Casa Bianca, in attesa di una decisione che, in un senso o nell'altro, invierà un messaggio potente sull'intersezione tra potere, politica e celebrità nell'America di oggi.