Nuovi cambiamenti in arrivo per la sanità nel 2026: più fondi, più assunzioni e un’attenzione concreta alle retribuzioni di chi ogni giorno tiene in piedi il sistema sanitario nazionale. La Legge di Bilancio 2026 prevede uno stanziamento aggiuntivo di 2,4 miliardi di euro per il prossimo anno, risorse destinate a potenziare organici e stipendi.
Il Governo punta a un rinnovamento profondo: accanto all’aumento in busta paga per medici e infermieri, arriva anche un piano di assunzioni su larga scala per rafforzare il personale e garantire servizi più efficienti.
Da almeno due anni, la domanda che circola tra gli operatori sanitari è sempre la stessa: "Quando arriveranno davvero gli aumenti in busta paga?". Ora, leggendo la bozza della Manovra 2026, si intravede un’apertura significativa e un cambiamento concreto per la sanità pubblica.
Le nuove risorse saranno destinate a riconoscere il valore del lavoro di medici, infermieri e tecnici, restituendo dignità economica e professionale a chi tutela ogni giorno il diritto alla salute di tutti i cittadini.
Secondo quanto riportano Il Sole 24 Ore e Quotidiano Sanità, la bozza della Legge di Bilancio 2026 prevede un incremento delle risorse sanitarie pari a 2,4 miliardi di euro per il prossimo anno, cifra che dovrebbe salire a 2,65 miliardi dal 2027. Le somme saranno destinate al rafforzamento del Fondo Sanitario Nazionale.
Un’occasione importante, come sottolineato dal Ministero della Salute, per garantire turni più sostenibili, ridurre le liste d’attesa e migliorare la qualità complessiva del servizio sanitario pubblico.
Grazie ai nuovi finanziamenti del Fondo, sarà possibile rinnovare i contratti nazionali, stabilizzare i lavoratori precari e potenziare gli organici.
Secondo le previsioni del Governo, sono attese circa 7.000 nuove assunzioni tra medici, infermieri e personale tecnico, un passo fondamentale per rafforzare la capacità operativa del sistema sanitario e rispondere alle crescenti esigenze dei cittadini.
Oltre agli aumenti e alle assunzioni, la manovra prevede nuove risorse mirate per migliorare la rete dei servizi. I fondi saranno indirizzati verso la farmaceutica, la prevenzione e i dispositivi medici, con l’obiettivo di potenziare la disponibilità dei farmaci e rafforzare i programmi di diagnosi precoce.
Sono previsti anche stanziamenti per la salute mentale e le cure palliative, due settori che richiedono una presenza più capillare sul territorio.
In parallelo, la revisione delle tariffe per le prestazioni sanitarie e la valorizzazione della sanità digitale mirano a rendere il sistema più sostenibile, trasparente e vicino ai cittadini.
In questo contesto, l’aumento stipendio medici e infermieri rappresenta uno dei tasselli principali di una strategia di rilancio complessiva del Servizio Sanitario Nazionale.
In Lombardia, gli atti ufficiali confermano un impegno concreto nel rafforzare gli organici e migliorare la gestione del personale sanitario.
Il Documento di Economia e Finanza Regionale 2026-2028, approvato dalla Giunta regionale, delinea la strategia triennale per la programmazione del personale del Servizio Sanitario Regionale, con l’obiettivo di garantire stabilità occupazionale e una distribuzione più equilibrata delle risorse.
A supporto della pianificazione, le Regole di Sistema SSR 2025 definiscono le linee guida per le assunzioni integrative e l’utilizzo dei fondi contrattuali nelle aziende sanitarie pubbliche, favorendo una gestione più omogenea e sostenibile del personale sul territorio lombardo.
Da tempo, le associazioni di categoria chiedono di concretizzare l’aumento stipendio medici e infermieri, non come un traguardo, ma come una nuova partenza per riequilibrare il sistema sanitario.
Negli ultimi anni il settore ha sopportato un carico crescente di responsabilità sociali, spesso senza un riconoscimento economico adeguato.
Ora qualcosa cambia: l’aumento dovrebbe concretizzarsi dopo la firma dei nuovi contratti nazionali, prevista entro la prima metà del 2026.
In base alle stime diffuse da Sanità Oggi, l’incremento economico per il personale sanitario sarà significativo: per gli infermieri l’aumento medio si aggira attorno ai 1.600 euro lordi annui, mentre per i medici ospedalieri potrà toccare quota 3.000 euro, a seconda del ruolo e dell’esperienza maturata.
Una parte delle risorse andrà anche a rafforzare l’indennità di specificità infermieristica, introdotta nei precedenti contratti per riconoscere il ruolo di responsabilità.
Al netto delle imposte, gli aumenti mensili si stimano tra 80 e 200 euro, a seconda del profilo professionale.
È una cifra che, pur non rivoluzionando le buste paga, rappresenta un segnale concreto di attenzione verso chi lavora in prima linea.
Come evidenzia Quotidiano Sanità, i fondi saranno ripartiti seguendo un principio di priorità regionale, legato alla popolazione e alle necessità locali.
Gli importi indicati restano lordi, ma segnano una chiara inversione di tendenza dopo anni di blocco retributivo e carenze strutturali.
Quando si vedranno gli aumenti in busta paga?
Dal 2026, con l’entrata in vigore dei nuovi contratti collettivi.
Di quanto aumenteranno gli stipendi?
Fino a 3.000 euro lordi all’anno per i medici e circa 1.600 per gli infermieri.
Sono previste nuove assunzioni?
Sì, circa 7.000 unità tra medici, infermieri e personale tecnico.
Gli aumenti saranno uguali in tutta Italia?
No, la distribuzione dipenderà dagli accordi e dalle esigenze regionali.