Proprio adesso che Elly Schlein ha dato inizio alla lunga campagna referendaria per evitare che passi la riforma Nordio della magistratura, la sinistra deve mettere un'altra pietra tombale su altro suo mantra: no, Berlusconi e Dell'Utri non sono mai stati mafiosi.
Un vero peccato. Perché la separazione delle carriere dei magistrati è una vecchia idea proprio del Cavaliere. E per i compañeros del Campo largo non sarebbe venuto per niente male dire che era da bocciare in quanto lanciata da chi se la intendeva con Cosa Nostra.
Sembra già di leggerli i meme dei sostenitori del centrodestra:
Ma tant'é: la Cassazione ha messo la parola fine a una vicenda giudiziaria lunga e complessa respingendo le accuse di rapporti mafiosi nei confronti di Berlusconi e Dell’Utri.
Più specificatamente, la Corte, respingendo il ricorso della Procura generale di Palermo, ha affermato che non c’è mai stata prova concreta di riciclaggio di denaro di Cosa nostra all’interno delle imprese di Berlusconi, né nella fase iniziale della sua attività imprenditoriale né in seguito.
Non solo: la sentenza sottolinea la mancanza di basi logiche e probatorie nelle accuse che vedevano Berlusconi come finanziatore occulto di accordi con la mafia tramite Dell’Utri.
I cosiddetti "Ermellini" hanno confermato il giudizio precedente della Corte d’Appello.
Amen: la sinistra dovrà inventarsi qualcos'altro.
Fatto sta che la sentenza della Cassazione ha suscitato forti reazioni politiche, soprattutto da parte dei membri di Forza Italia.
Paolo Barelli, capogruppo alla Camera del partito fondato dal Cavaliere, ha definito la decisione così:
Deborah Bergamini ha dichiarato che la Cassazione ha demolito “un teorema mediatico” che ha inquinato il dibattito pubblico per trent’anni, ribadendo che Berlusconi ha combattuto la mafia, non l’ha frequentata.
Anche Renato Schifani, presidente della Regione Sicilia, ha espresso soddisfazione per la sentenza, definendola “storica” e affermando che “la verità trova sempre la sua strada”. Schifani ha inoltre sottolineato la passione civile di Berlusconi e il percorso umano e politico condiviso con Dell’Utri, spesso oggetto di pregiudizi.
Ma, ora, mentre la sinistra tace un po' imbarazzata un po' distratta un altro po' ancora con la testa sulla Flotilla, con Silvio e Marcello che, nero su bianco, non sono mai stati picciotti, sul fronte politico, può cambiare qualcosa per la famiglia Berlusconi?
L'attenzione, inevitabilmente, cade su Marina: la primogenita di Silvio ha espresso interesse a unire il centro moderato e già ora è un importante punto di riferimento politico per quell'area.
In vista del 2027, forte anche della sentenza della Cassazione, non è affatto da escludere una sua discesa in campo in occasione delle elezioni politiche.
Oppure, come qualcuno sussurra, una sua candidatura addirittura per il Colle se il centrodestra mantenesse la maggioranza parlamentare: per il dopo Mattarella, si voterà nel 2029.