In due giorni un uno-due che mette al tappeto il femminismo. Il primo colpo l'ha assestato un'icona del mondo della sinistra come Natalia Aspesi. Il secondo una voce del mondo della destra, Annalisa Terranova.
Entrambe sono giunte alla conclusione che il femminismo, almeno per come viene inteso ai giorni nostri, serve davvero a poco.
Forse solo a Luciana Littizzetto a fare la sua solita gag woke nella trasmissione di Fazio.
Del resto, proprio la comica piemontese ha dato il la a uno dei colpi da ko.
Aspesi e Terranova, due colpi da ko contro il femminismo
Femminismo alle corde, quindi. Anzi, femminismo al tappeto. Con il conto alla rovescia che è iniziato ieri con Natalia Aspesi che, intervistata da Salvatore Merlo del Foglio, alla domanda se si sente ancora femminista, ha risposto:
Mica tanto femminista. Lo sono stata molto agli inizi, quando ero giovane. Poi non so...oggi penso che forse si stava meglio quando si stava peggio
Per Aspesi, c'è da fare una bella differenza tra una femmina e una donna:
Ho sempre pensato che la parola femmina sia biologica, quasi animale. Donna, invece, è un'altra cosa. Le donne hanno una loro fisiologia che, verso i 45 o 50 anni, si trasforma: la natura spegne la capacità di fare figli, ma in cambio, paradossalmente, regala una nuova bellezza. A quell'età, si vedono donne meravigliose, anche di sessant'anni, che non hanno più bisogno di truccarsi, di farsi giovani. Sono belle e basta, in modo naturale, pacificato
Il problema, per Aspesi, è che "gli uomini, per istinto, lo sentono: dentro di loro sanno che con quelle donne non possono più fare figli. E allora qualcosa si rompe. Possono trovarle bellissime, ma un riflesso antico dice loro non si può".
È stupido, lo so, ma penso che in fondo funzioni così. E questo dovrebbero ricordarselo anche le ragazze di oggi, tanto prese da se stesse, comuniste o fasciste che siano. Possono essere libere, moderne, quello che vogliono, ma non dovrebbero dimenticare che esiste una parte biologica, una verità del corpo. È da lì che viene la differenza tra femmina e donna
Poi il colpo di grazia d'autore. Anzi, d'autrice:
Forse non si è mai fatta la rivoluzione giusta: quella che insegnasse alle donne a conoscere e accettare la loro natura
Il secondo colpo da ko a firma di Annalisa Terranova
Il secondo colpo da ko inferto al femminismo woke è stato assestato oggi sulle pagine di Libero da un'altra giornalista, Annalisa Terranova. Proprio quest'ultima ha preso spunto dall'ultima gag di Luciana Littizzetto per attaccare:
Adesso che Luciana Littizzetto ci ha spiegato che bellissima non è un complimento ma il rutto di un maschio in andropausa partorito da una mentalità patriarcale (si riferiva a quanto detto da Trump a Meloni a Sharm el-Sheick), abbiamo ancora più chiaro cosa si debba intendere per femminismo bene orientato (l'unico ammesso)
Ricapitolando la lezione che si apprende dai salotti televisivi di sinistra, per Terranova:
Se sul luogo di lavoro ti fanno un complimento, devi mandare il malcapitato a quel paese perché in realtà vogliono sminuire la tua professionalità concentrandosi solo sull'estetica. Per il femminismo bene orientato, la bellezza non è una virtù, anzi puzza di maschilismo da cavernicoli
Nel frattempo, però, nei club femministi doc, secondo Terranova, non manca mai l'annotazione che per combattere i femminicidi bisogna sollecitare l'educazione sessuale e all'affettività nelle scuole:
Nelle scuole già si fa, ma è bene dire che il governo la vieta, anche se non corrisponde al vero. Ma soprattutto occorre legare i femminicidi a questa mancanza per poter in qualche modo creare un link tra la destra a Palazzo Chigi e la violenza contro le donne. E basta? Beh, sembrerebbe proprio di sì. Anche se occorre sempre aggiungere, per una femminista bene orientata, che Meloni non ha fatto nulla per le donne perché è di destra e si fa chiamare il presidente
Insomma, secondo Terranova, per Littizzetto e compagnia, difendere le donne vuol dire solo attaccare il governo.
Quello italiano, naturalmente. Perché guai a parlare degli stupri di Hamas, guai a parlare delle donne che vivono sotto i regimi fondamentalisti, guai a parlare delle ragazze islamiche che vivono in Italia ma che sono ancora costrette all'infibulazione o sono picchiate perché vogliono vivere all'occidentale o sono soggette ad abitudini umilianti:
Il femminismo bene orientato non può e non deve occuparsene perché queste materie possono essere strumentalizzate dalla destra. Così come non si deve parlare dei crimini sessuali compiuti da immigrati perché così si fa dello squallido sovranismo
ha scritto Terranova, facendo finire il femminismo al tappeto anche con la citazione di un terzo colpo da ko: quello inferto dalla professoressa Lucetta Scaraffia:
Non ne posso più di queste donne che spuntano da tutte le parti, sembra che sempre e ovunque le donne abbiano costituito il nerbo di ogni novità, di ogni impresa...provo una leggera nausea