A due anni di distanza dal film Nyad - Oltre l'oceano, a uno dall’uscita della quarta stagione di True Detective e a oltre vent’anni dall’ultimo ruolo interpretato in francese, Jodie Foster ritorna sulle scene da protagonista nel sesto lungometraggio scritto e diretto dalla regista parigina Rebecca Zlotowski.
Vie Privée, la cui sceneggiatura è stata scritta insieme a Anne Berest e Gaëlle Macé, racconta la storia di Lilian (Jodie Foster), una psichiatra americana residente a Parigi, che dopo il presunto suicidio di Paula (Virginie Efira), una sua paziente di lunga data, dubitando del fatto che si sia tolta la vita, inizierà a indagare improvvisandosi detective con l’aiuto dell’ex marito oculista Gabriel (Daniel Auteuil). Lilian è una donna fredda, controllata, che della psicanalisi ne ha fatto il suo più grande punto fermo, abituata ad analizzare in maniera chirurgica i comportamenti umani per fugare ogni possibile accenno d’ansia o di terrore causato dall’imprevedibilità degli eventi.
Lei e Gabriel hanno un unico figlio, Julien (Vincent Lacoste), ormai adulto e papà a sua volta, col quale Lilian ha sempre avuto un legame distaccato e poco materno. La morte improvvisa di Paula, dopo quasi dieci anni di rapporto analista-paziente, che ormai a livello inconscio aveva superato di gran lunga i confini professionali, porterà Lilian a mettere in discussione e a ridefinire la sua esistenza e i suoi ruoli di madre e di ex moglie.
Commedia gradevole dalle tinte noir che rimanda ai gialli hitchcockiani, Vie Privée sa intrattenere lo spettatore grazie e soprattutto alla bravura di Jodie Foster e Daniel Auteuil. Attraverso i ruoli interpretati da entrambi, che rappresentano un’ex coppia in grado di volersi ancora bene al punto da condividere dilettantisticamente un’indagine improvvisata e non autorizzata, è possibile riflettere su un tema troppo poco affrontato sul grande e sul piccolo schermo: il bisogno di esistere ancora, il desiderio sessuale e la voglia di amarsi, ma di non voler vivere insieme, anche dopo aver superato i sessant’anni.
Presentato il 20 maggio 2025, in anteprima e fuori concorso, alla 78ª edizione del Festival di Cannes e il 19 ottobre 2025 alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, il film verrà distribuito nelle sale francesi a partire dal prossimo 26 novembre, mentre in Italia entro la fine dell’anno in corso. Le riprese, avvenute tra settembre e novembre 2024, sono state girate tra la Francia e la Normandia.
La fotografia di George Lechaptois, collaboratore di lunga data di Rebecca Zlotowski, è caratterizzata da colori cupi, scuri, mai vivaci, come a voler sottolineare il tormento interiore e meditativo vissuto dalla protagonista Lilian. Il vero limite di questa “screwball comedy”, come è stata definita dalla regista in conferenza stampa a Cannes, è che la narrazione rimane sospesa a metà senza mai arrivare davvero al cuore di chi assiste. Comunque ottime le capacità linguistiche della Foster, che ha recitato in un francese molto fluido. Avvincente, piacevole, ma ahimè non incisivo. 3,5 stelle su 5.