23 Oct, 2025 - 11:46

Recensione della seconda stagione di "Nobody Wants This"

Recensione della seconda stagione di "Nobody Wants This"

Il finale della prima stagione di Nobody Wants This ci aveva lasciati con l'immagine da manuale della commedia romantica: Noah (Adam Brody), il rabbino affascinante e tormentato, che compie il gesto plateale, rinunciando a una prestigiosa promozione per inseguire Joanne (Kristen Bell), la donna che ha sconvolto le sue certezze.

Era una chiusura da favola, un momento catartico che prometteva un "per sempre felici e contenti".

Ma cosa succede il giorno dopo il grande gesto? È proprio da questa domanda, scomoda e profondamente reale, che riparte la seconda stagione della serie Netflix, abbandonando quasi del tutto l'aura sognante per immergersi nelle complesse e spesso spigolose dinamiche di una relazione adulta.

Cosa aspettarsi dalla seconda stagione su Netflix a partire da oggi

Il nuovo ciclo di episodi, creato da Erin Foster, si rivela un'estensione naturale ma coraggiosamente disillusa della storia.

La fase della "luna di miele" è finita, e con essa l'idealizzazione. Noah e Joanne non sono più due anime che si rincorrono, ma una coppia che deve fare i conti con le conseguenze delle proprie scelte.

La prima, e più pesante, ricade su Noah: la sinagoga Temple Chai gli nega la posizione di rabbino anziano proprio perché Joanne non ha ancora deciso di convertirsi all'ebraismo.

Quel sogno professionale, per cui aveva tanto lavorato, gli scivola tra le dita, e la realtà si rivela molto più amara di quanto il suo romanticismo gli avesse fatto prevedere.

Qui la serie compie la sua prima, grande mossa di maturità. Esplora il risentimento latente di Noah, un uomo profondamente legato alle sue tradizioni che si trova a mettere in discussione il fondamento stesso della sua fede per amore di una donna che, a sua volta, non ha alcun interesse a condividere quel sistema di credenze.

Parallelamente, Joanne non è più solo l'oggetto del desiderio, ma una donna che affronta le proprie battaglie. Deve gestire l'ostilità della madre di Noah, Bina (un'impeccabile Tovah Feldshuh), che la incolpa per la carriera mancata del figlio, e al contempo combatte con la frustrazione di una relazione che sembra aver perso slancio.

Ogni passo avanti è seguito da uno indietro, un limbo estenuante per chi, a trent'anni, desidera stabilità.

Questa seria è una delle poche a raccontare l'amore adulto senza filtri, con tutte le sue difficoltà

È proprio in questa rappresentazione cruda delle difficoltà che Nobody Wants This trova la sua nuova forza. La serie diventa una delle poche in circolazione a raccontare l'amore adulto senza filtri, mostrando come la determinazione e il compromesso siano il vero collante di una coppia, molto più dei baci sotto la pioggia.

Vediamo Joanne guadagnarsi lentamente il rispetto della suocera e Noah prendere la difficile decisione di lasciare il suo tempio per cercare un nuovo inizio, professionale e personale.

La seconda stagione, inoltre, compie un lavoro eccellente nel decostruire l'immagine idealizzata del suo protagonista maschile.

Se nella prima stagione Noah era il "rabbino sexy" quasi perfetto, qui ne vengono esposti i difetti e le contraddizioni.

Un episodio, in particolare, lo mette di fronte alle sue responsabilità, costringendolo a fare i conti con il modo superficiale con cui ha chiuso la sua precedente relazione con Rebecca (Emily Arlook).

Non è più l'eroe senza macchia, ma un uomo che deve analizzare i propri schemi tossici per non ripetere gli stessi errori.

Questo processo di umanizzazione è necessario. Il suo trasferimento in un nuovo tempio, apparentemente più progressista (con un esilarante Seth Rogen nel ruolo di un collega), non fa che acuire il suo conflitto interiore, rivelando un lato tradizionalista che né lui né lo spettatore si aspettavano.

Questa stagione darà più importanza ai personaggi secondari

Ma la vera sorpresa della stagione è forse lo spazio concesso ai personaggi secondari, che smettono di essere semplici spalle comiche per diventare protagonisti di sottotrame avvincenti.

La dinamica tra le sorelle Joanne e Morgan (Justine Lupe) viene approfondita e fa riaffiorare un legame fatto di scontri e supporto incondizionato che funge da ancora emotiva per entrambe.

Ancora più sorprendente è l'evoluzione della coppia formata da Esther (Jackie Tohn) e Sasha (Timothy Simons). Invece di cadere nel cliché del tradimento, la serie sceglie una strada più matura e interessante, raccontando il loro percorso per riaccendere la scintilla in un matrimonio logorato dalla routine.

La loro storia diventa un contrappunto perfetto a quella, più turbolenta, dei protagonisti.

Insomma possiamo affermare che la seconda stagione di Nobody Wants This sacrifica un po' di romanticismo da svenimento in favore di una profondità emotiva e di un realismo che la rendono ancora più coinvolgente.

Smontando i suoi stessi cliché e dando spessore a tutto il suo cast, la serie dimostra che, a volte, la storia più avvincente non è quella dell'innamoramento, ma quella dello stare insieme, giorno dopo giorno. E, a quanto pare, è una storia che il pubblico desidera eccome.

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