Il Colore Viola, l'adattamento cinematografico del 1985 diretto da Steven Spielberg, è un'opera che trascende il semplice intrattenimento per diventare un'esperienza viscerale, un monumento alla resilienza dello spirito umano e una finestra su un capitolo doloroso della storia americana.
Basato sul romanzo premio Pulitzer di Alice Walker, il film non è solo un classico del cinema, ma un potente strumento di empatia che, a quasi quarant'anni dalla sua uscita, mantiene intatta la sua capacità di scuotere, commuovere e ispirare.
Se non lo hai ancora visto, devi assolutamente farlo. Esce il 28 ottobre su Netflix.
Quando Spielberg, all'apice del suo successo come re dei blockbuster con titoli come Lo Squalo ed E.T., decise di portare sullo schermo questa storia, compì una delle scommesse più audaci della sua carriera.
Abbandonò mondi fantastici e avventure adrenaliniche per immergersi in una narrazione profondamente umana, cruda e radicata nelle difficoltà affrontate dalle donne afroamericane nel sud degli Stati Uniti all'inizio del XX secolo.
Il risultato è un film che, pur portando la firma stilistica del grande regista, vive di una luce propria, alimentata dalle performance straordinarie del suo cast e dalla potenza universale della sua storia.
Celie, interpretata da una giovanissima Whoopi Goldberg, ci regala una delle performance di debutto più potenti della storia del cinema. La sua è un'odissea di sofferenza silenziosa. Vittima di abusi incestuosi da parte del padre, data in sposa a un uomo brutale e separata a forza dalla sorella, l'unica persona che ama, Celie attraversa la vita quasi come un fantasma, convinta della propria invisibilità e indegnità.
La sua trasformazione, lenta e faticosa, da vittima passiva a donna consapevole del proprio valore, è il viaggio che lo spettatore compie insieme a lei, un percorso di emancipazione che diventa un simbolo di speranza per chiunque si sia mai sentito senza voce.
Ma la grandezza de Il Colore Viola risiede anche nella sua capacità di costruire un universo corale, una rete di solidarietà femminile che funge da antidoto alla brutalità del mondo maschile e patriarcale.
Accanto a Celie, si muovono figure indimenticabili come Sofia, interpretata da una debuttante Oprah Winfrey con una forza indomita che la renderà un'icona, e Shug Avery, la cantante blues sensuale e indipendente che diventa la catalizzatrice della rinascita di Celie.
È attraverso la sorellanza, l'amicizia e l'amore tra queste donne che il film trova i suoi momenti di luce più abbaglianti, dimostrando come i legami umani possano fiorire anche nel terreno più arido.
Un altro elemento che eleva il film a capolavoro è la sua colonna sonora, curata magistralmente da Quincy Jones.
In una rara deviazione dalla sua storica collaborazione con John Williams, Spielberg si affidò a Jones per tessere un arazzo musicale che desse voce all'anima dei personaggi.
La musica non è un semplice sottofondo, ma un personaggio pulsante che si muove tra le note struggenti del blues, la speranza del gospel e l'energia del jazz. Brani come Miss Celie's Blues (Sister) non sono solo canzoni, ma dichiarazioni di identità e manifesti di resilienza che continuano a risuonare ben oltre i titoli di coda.
Nonostante la sua acclamazione, la storia del film è anche segnata da una famosa ingiustizia. Con ben 11 nomination agli Oscar, tra cui Miglior Film e riconoscimenti per Goldberg, Winfrey e Margaret Avery, Il Colore Viola uscì dalla cerimonia a mani vuote, un evento che ancora oggi fa discutere gli storici del cinema.
Eppure, questa mancanza di premi non ha minimamente scalfito la sua eredità culturale.
Anzi, ha forse contribuito a cementarne lo status di opera fondamentale, il cui valore non risiede nei trofei, ma nel suo impatto duraturo sul pubblico e sulla rappresentazione delle storie afroamericane a Hollywood.
Un impatto così profondo da aver generato una nuova, acclamata versione musical nel 2023, che ha portato la storia a una nuova generazione e ha valso a Danielle Brooks una meritata nomination all'Oscar per il ruolo di Sofia.
Guardare Il Colore Viola oggi non è un semplice esercizio di cinefilia. È un atto di testimonianza, un'immersione in una storia di dolore inimmaginabile ma anche di trionfo incrollabile. È un'esperienza cinematografica che scava nell'anima.
Se non l'avete ancora fatto, vi state perdendo molto più di un film: vi state perdendo un pezzo di cuore del cinema. Recuperatolo su Netflix a partire dal 28 Ottobre.