A detta del segretario regionale di Forza Italia Fulvio Martusciello, in Campania, solo tre punti separano Edmondo Cirielli da Roberto Fico: il centrodestra è riuscito a rendere contendibile una regione che sembrava persa.
Sarà vero? Sarà esagerato?
Un fatto, in ogni caso, sembra innegabile: se il Campo largo dovesse perdere la sfida elettorale in Campania, si trasformerebbe davvero nel Campo santo. Sarebbe morto.
Il Movimento Cinque Stelle, dopo aver trascinato il centrosinistra alla disfatta in Calabria con Mr Reddito di Cittadinanza Pasquale Tridico, con un bis del genere a Napoli e dintorni di un altro suo big, sarebbe letteralmente terremotato.
A quel punto, le dimissioni di Chiara Appendino e la resurrezione di Beppe Grillo sarebbero solo il prologo di una resa dei conti che rischierebbe di ridimensionarlo per sempre.
Se l'annuncio di Fulvio Martusciello risultasse vero, se davvero in Campania il centrodestra stesse a sole 3 lunghezze dal centrosinistra, la rimonta nei confronti del Campo largo sarebbe quasi completata.
E l'ottimismo per completare l'opera sarebbe più che giustificato visto che Edmondo Cirielli è in campo come candidato governatore della coalizione da solo una settimana o poco più e Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati partivano da oltre 20 punti di distacco.
Il miracolo, quindi, sarebbe a portata di mano, sebbene si annunci un'astensione record.
Proiezioni alla mano, il centrodestra è destinato a soccombere solo a Napoli e provincia. Ma a Caserta e ad Avellino è in netto vantaggio. A Salerno se la gioca perché molta classe dirigente finora vicina a Vincenzo De Luca non indirizzerà mai le sue truppe cammellate a favore di Fico. E a Benevento, infine, Clemente Mastella farà da ago della bilancia e, per ora, è sostanzialmente a metà del guado.
Se Edmondo Cirielli è riuscito a riaprire la partita elettorale in Campania molto lo deve alla debolezza che dimostra il suo diretto avversario: Roberto Fico, alla prova dei fatti, si sta dimostrando un nome unitario solo sulla carta.
I grillini della prima ora, infatti, non gli perdonano la conversione contiana; la sinistra radicale non l'ha mai amato particolarmente; i riformisti del Pd, di Italia Viva e degli altri schieramenti moderati lo vedono, a voler essere buoni, come una pillola amarissima da mandar giù.
Last but not least, la rimonta di Cirielli ai danni di Fico potrebbe completarsi perché, come ha spiegato questa mattina Pietro Senaldi su Libero, il Partito Democratico, in Campania, è spaccato in ben cinque parti, nessuna delle quali, tra l'altro, risponde a Elly Schlein:
Nelle fratture di queste correnti e rivalità interne ci sono, evidentemente, i punti che rimangono da recuperare per Cirielli.