A Roma, nel pomeriggio, la manifestazione pro Palestina in piazza Verdi è finita con momenti di forte tensione. Secondo la questura, erano circa cinquecento le persone presenti: studenti, attivisti, lavoratori, ma anche famiglie e curiosi. Il presidio era stato organizzato da Arci Roma insieme ad altri movimenti per chiedere lo stop ai bombardamenti su Gaza e per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul dramma che si sta consumando in Medio Oriente. L’intenzione era di partire in corteo e raggiungere l’Auditorium Parco della Musica, dove si svolge la Festa del Cinema, ma le forze dell’ordine hanno bloccato ogni tentativo di spostamento. Da lì, la situazione è precipitata: spintoni, grida, idranti puntati sulla folla e un clima che in pochi minuti è diventato pesante.
Tutto è iniziato quando un gruppo di persone ha provato ad avanzare verso il cordone della polizia, chiedendo di poter proseguire almeno fino all’ambasciata israeliana. Gli agenti hanno respinto il tentativo, ordinando di restare in piazza. Le voci si sono alzate, qualcuno ha iniziato a spingere, e subito dopo sono partiti gli idranti. Alcuni manifestanti hanno raccontato di essere stati colpiti anche mentre cercavano di allontanarsi.
In piazza Verdi c’erano anche l’Usb, Potere al Popolo, il Movimento Studenti Palestinesi e altri collettivi. I manifestanti sventolavano bandiere, scandivano cori e intonavano canti in arabo. L’atmosfera, almeno all’inizio, era pacifica. Poi la tensione è salita in modo improvviso, complice il divieto di muoversi e la sensazione, diffusa tra i presenti, di essere “sotto pressione” da parte delle forze dell’ordine. Molti hanno criticato quella che definiscono una “risposta sproporzionata”, accusando la polizia di voler mettere a tacere una voce scomoda.
Dopo gli scontri, il presidio si è sciolto lentamente. I manifestanti si sono spostati verso via Spontini e via Donizetti, continuando a sventolare le bandiere della Palestina. Non ci sono stati nuovi incidenti, ma restano amarezza e rabbia. Arci e gli altri gruppi hanno annunciato che chiederanno chiarimenti alla prefettura. “Volevamo solo far arrivare un messaggio di pace”, ha commentato uno degli organizzatori prima di andare via. L’episodio, ancora una volta, riaccende la discussione sul diritto di manifestare e su quanto spazio reale venga concesso alla protesta civile in Italia.