26 Oct, 2025 - 13:23

Il colpo al Louvre: operai per finta, ladri per davvero

In collaborazione con
Virginia Mattei
Il colpo al Louvre: operai per finta, ladri per davvero

Domenica 19 ottobre 2025 il Louvre si è inaspettatamente trasformato in un set cinematografico. Non c’erano attori ma solo quattro ladri vestiti da operai e con un camion con cestello elevatore pronti per “montare l’aria condizionata”. Il gruppo ha agito in pieno giorno, alle nove e mezza del mattino. Hanno piazzato il mezzo davanti alla facciata, tagliato un finestrone e in pochi minuti sono entrati nella celebre Galleria d’Apollon.

Lì, senza esitazioni, hanno rotto due teche blindate e portato via otto gioielli della corona francese: collane, diademi e spille appartenuti a imperatrici e regine. Solo la corona dell’imperatrice Eugenia non è stata portata via, ma è rimasta danneggiata e scartata come un vecchio soprammobile di cui non sai che fare. Il tutto è durato pochissimo tempo, meno di dieci minuti.

La fuga e il danno stimato

Poi la fuga: niente macchine di lusso o i classici furgoni dei film, ma scooter di città. Il danno stimato è di circa 88 milioni di euro, ma il vero colpo è al patrimonio storico: non si tratta di gioielli qualsiasi, ma di pezzi che raccontano la storia della Francia, dal Secondo Impero a Napoleone. Pezzi ora spariti, e probabilmente destinati a non tornare mai sul mercato, visto che sono riconoscibilissimi. La direzione del Louvre, imbarazzata, ha ammesso che il furto “non era inevitabile”.

La direttrice Laurence des Cars ha persino presentato le dimissioni: gesto simbolico, respinto dal Ministero della Cultura, che ha preferito tenerla al timone del museo più famoso del mondo proprio nel momento in cui naviga tra indignazione pubblica e ironie internazionali. Il governo ha parlato di “attacco al patrimonio”, l’Interpol ha già inserito i gioielli rubati nella lista mondiale delle opere trafugate. Intanto, però, i parigini commentano amaro: il Louvre custodisce la Gioconda dietro un vetro antiproiettile, ma perde una corona come se fosse un soprammobile di Ikea.

Morale? Forse la prossima volta, invece di moltiplicare le file di turisti davanti a Leonardo, bisognerebbe moltiplicare i guardiani davanti alle teche di Napoleone. Perché i ladri, si sa, non guardano i quadri: puntano dritti alle cornici.

A cura di Virginia Mattei

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