26 Oct, 2025 - 13:30

OpenAi sfida google con ChatGPT Atlas, il browser che cambia la navigazione web

In collaborazione con
Samuel Kris Chinapah
OpenAi sfida google con ChatGPT Atlas, il browser che cambia la navigazione web

La guerra per il futuro del web è ufficialmente iniziata. Con il lancio di ChatGPT Atlas, OpenAI entra nel campo che per quasi vent'anni è stato il regno indiscusso di Google. Non più soltanto chatbot o assistenti digitali: Atlas è un vero e proprio browser costruito intorno all’intelligenza artificiale, capace di comprendere, sintetizzare e agire. Un passo che segna l’inizio di una nuova era della navigazione: non più solo cercare, ma dialogare.

Un nuovo paradigma: il browser diventa conversazione

OpenAi ha presentato ChatGPT Atlas il 21 ottobre 2025, descrivendolo come il primo browser “nativo IA2. Non si tratta di un’estensione o di un motore aggiuntivo, ma di una piattaforma completare trasforma la ricerca in dialogo. Ogni scheda è una conversazione con ChatGPT: puoi chiedere di riassumere una pagina, confrontare prodotti, compilare un modulo o organizzare un viaggio senza mai uscire dal browser.

Come ha dichiarato Sam Altman, CEO di OpenAI: “Le schede sono state una grande innovazione vent’anni fa. Ora vogliamo reinventare il modo in cui le persone esplorano Internet”.

Le novità di ChatGPT Atlas

Atlas è un browser basato su Chromium, quindi compatibile con le estensioni e i siti web di Google Chrome. Ma introduce funzioni completamente nuove, pensate per un uso “assistito” dell’IA:

• Sidebar intelligente. ChatGPT è integrato nella barra laterale, pronta a spiegare, riassumere e interagire con qualsiasi pagina.

• Agent Mode. Una modalità sperimentale che consente di delegare all’IA compiti come prenotare biglietti, compilare form o comparare offerte.

• Memoria personalizzata. Il browser può ricordare preferenze, ricerche o attività recenti per migliorare la navigazione, sempre con consenso esplicito dell’utente

• Esperienza conversazione, Le ricerche non mostrano link, ma risposte dirette, contestuali e dinamiche, con fonti citate.

Secondo OpenAi, l’obiettivo è ridurre il tempo perso tra tab, link e pagine aperte, e trasformare il browser in un assistente cognitivo permanente.

La sfida diretta a Google

Il messaggio è chiaro: OpenAi non vuole più essere “ospite” del web di Google, ma costruirne uno nuovo. Con Atlas, l’azienda fondata da Sam Altman punta a superare il modello di ricerca tradizionale che ha fatto la fortuna di Mountain View Mentre Google spinge sul suo progetto Gemini e sull’integrazione di IA in Chrome Search, OpenAi propone un approccio radicalmente diverso: un browser in cui la conversazione è la ricerca.

Secondo un’analisi di Wired, “Atlas non vuole sostituire Chrome ma potrebbe già renderlo obsoleto. E se la mossa funzionerà, OpenAi potrebbe aprire una nuova fase nella competizione per il controllo della conoscenza digitale.

Privacy e controllo dei dati: il grande nodo

Ogni innovazione tecnologica porta con sé domande etiche. Chi controlla i dati raccolti da un browser intelligente? E fino a che punto un’IA può anticipare le azioni di un utente senza invadere la sua privacy? OpenAi ha dichiarato che Atlas non salva informazioni senza consenso, e che ogni dato memorizzato può essere cancellato o disattivato. Inoltre, l’azienda ha introdotto una modalità privata che disattiva completamente la memoria dell’Ia durante la navigazione.

Tuttavia, gli esperti avvertono: un browser capace di “ricordare” comportamenti, gusti e interazioni potrebbe diventare una miniera di dati sensibili, con rischi simili, se non superiori, a quelli di Google.

L’impatto sul futuro della rete

Con ChatGPT Atlas, OpenAi non lancia solo un browser: propone una nuova filosofia del web. Invece di milioni di risultati, offre risposte uniche e sintetiche. Invece di siti visitati, esperienze generate in tempo reale. Per gli editori e i motori di ricerca tradizionali, la sfida è enorme: se gli utenti ottengono tutto ciò che serve dentro la chat, chi visiterà ancora le pagine originali? Il rischio è una rete sempre più mediata da algoritmi conversazioni, dove la voce dell’Ia filtra, e in parte sostituisce, quella umana.

OpenAi si posiziona così come primo vero rivale di Google nell’era dell’intelligenza artificiale. Il browser non è più solo una finestra sul mondo, ma un dialogo tra uomo e macchina. Da oggi, ogni clic sul web sarà anche una conversazione. 

A cura di Samuel Kris Chinapah

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