La guerra per il futuro del web è ufficialmente iniziata. Con il lancio di ChatGPT Atlas, OpenAI entra nel campo che per quasi vent'anni è stato il regno indiscusso di Google. Non più soltanto chatbot o assistenti digitali: Atlas è un vero e proprio browser costruito intorno all’intelligenza artificiale, capace di comprendere, sintetizzare e agire. Un passo che segna l’inizio di una nuova era della navigazione: non più solo cercare, ma dialogare.
OpenAi ha presentato ChatGPT Atlas il 21 ottobre 2025, descrivendolo come il primo browser “nativo IA2. Non si tratta di un’estensione o di un motore aggiuntivo, ma di una piattaforma completare trasforma la ricerca in dialogo. Ogni scheda è una conversazione con ChatGPT: puoi chiedere di riassumere una pagina, confrontare prodotti, compilare un modulo o organizzare un viaggio senza mai uscire dal browser.
Come ha dichiarato Sam Altman, CEO di OpenAI: “Le schede sono state una grande innovazione vent’anni fa. Ora vogliamo reinventare il modo in cui le persone esplorano Internet”.
Atlas è un browser basato su Chromium, quindi compatibile con le estensioni e i siti web di Google Chrome. Ma introduce funzioni completamente nuove, pensate per un uso “assistito” dell’IA:
• Sidebar intelligente. ChatGPT è integrato nella barra laterale, pronta a spiegare, riassumere e interagire con qualsiasi pagina.
• Agent Mode. Una modalità sperimentale che consente di delegare all’IA compiti come prenotare biglietti, compilare form o comparare offerte.
• Memoria personalizzata. Il browser può ricordare preferenze, ricerche o attività recenti per migliorare la navigazione, sempre con consenso esplicito dell’utente
• Esperienza conversazione, Le ricerche non mostrano link, ma risposte dirette, contestuali e dinamiche, con fonti citate.
Secondo OpenAi, l’obiettivo è ridurre il tempo perso tra tab, link e pagine aperte, e trasformare il browser in un assistente cognitivo permanente.
Il messaggio è chiaro: OpenAi non vuole più essere “ospite” del web di Google, ma costruirne uno nuovo. Con Atlas, l’azienda fondata da Sam Altman punta a superare il modello di ricerca tradizionale che ha fatto la fortuna di Mountain View Mentre Google spinge sul suo progetto Gemini e sull’integrazione di IA in Chrome Search, OpenAi propone un approccio radicalmente diverso: un browser in cui la conversazione è la ricerca.
Secondo un’analisi di Wired, “Atlas non vuole sostituire Chrome ma potrebbe già renderlo obsoleto. E se la mossa funzionerà, OpenAi potrebbe aprire una nuova fase nella competizione per il controllo della conoscenza digitale.
Ogni innovazione tecnologica porta con sé domande etiche. Chi controlla i dati raccolti da un browser intelligente? E fino a che punto un’IA può anticipare le azioni di un utente senza invadere la sua privacy? OpenAi ha dichiarato che Atlas non salva informazioni senza consenso, e che ogni dato memorizzato può essere cancellato o disattivato. Inoltre, l’azienda ha introdotto una modalità privata che disattiva completamente la memoria dell’Ia durante la navigazione.
Tuttavia, gli esperti avvertono: un browser capace di “ricordare” comportamenti, gusti e interazioni potrebbe diventare una miniera di dati sensibili, con rischi simili, se non superiori, a quelli di Google.
Con ChatGPT Atlas, OpenAi non lancia solo un browser: propone una nuova filosofia del web. Invece di milioni di risultati, offre risposte uniche e sintetiche. Invece di siti visitati, esperienze generate in tempo reale. Per gli editori e i motori di ricerca tradizionali, la sfida è enorme: se gli utenti ottengono tutto ciò che serve dentro la chat, chi visiterà ancora le pagine originali? Il rischio è una rete sempre più mediata da algoritmi conversazioni, dove la voce dell’Ia filtra, e in parte sostituisce, quella umana.
OpenAi si posiziona così come primo vero rivale di Google nell’era dell’intelligenza artificiale. Il browser non è più solo una finestra sul mondo, ma un dialogo tra uomo e macchina. Da oggi, ogni clic sul web sarà anche una conversazione.
A cura di Samuel Kris Chinapah