Alla fine è arrivato l'esonero. Che Igor Tudor fosse a un passo dal baratro dopo il ko dell'Olimpico era scontato, ma in pochi pensavano che potesse arrivare la separazione immediata. Si era parlato di una fiducia a ore, legata ai prossimi risultati tra campionato e Champions League. Dopo una breve riflessione, però, John Elkann ha deciso di far saltare l'ennesima testa e mettere fine a un ciclo a dire poco disastroso.
Le ultime stagioni ci hanno raccontato di una Juve quanto mai lontana dal suo DNA. "Vincere è l'unica cosa che conta" sembra ormai uno slogan lontano, cancellato da anni di delusioni e figuracce. La responsabilità non può che essere ricercata ai vertici, dove John Elkann ha bruciato allenatori su allenatori. Tudor è solo l'ultimo di una lunga lista, a conferma dello stato confusionale di tutto il mondo bianconero.
Era il 28 novembre 2022 quando Andrea Agnelli diceva addio alla Juve chiudendo un'era fatta di vittoria e trofei. Una separazione sofferta, dovuta a questione extra-campo e destinata a impattare sul mondo bianconero. I tifosi non potevano immaginare che, da quel momento in poi, tutto sarebbe stato in salita, dalla costruzione della rosa alla questione allenatori.
Da quando Elkann ha preso in mano il comando del club le cose sono andate di male in peggio. Prima l'addio di Massimiliano Allegri, arrivato il 17 maggio 2024, poi i fallimenti di Thiago Motta e Igor Tudor. Il numero uno di Exor non è mai entrato nel mondo Juve, sbagliando ogni scelta e smontando progressivamente tutto ciò che aveva costruito Agnelli.
Ma è possibile che tutti gli allenatori scelti da Elkann abbiano fallito miseramente? Thiago Motta è l'emblema della confusione che regna ancora oggi in casa Juve. Un tecnico scelto per aprire un nuovo ciclo ma mai messo nelle giuste condizioni di incidere. Impossibile non citare il mercato, fatto di scelte discutibili e spesso non concordate con l'allenatore.
Il risultato è una Juve svuotata, costretta a interpretare il ruolo della provinciale in questo inizio di stagione. D'altronde la classifica parla chiaro: i bianconeri sono già a -6 dalla vetta e condividono l'ottava posizione con l'Udinese. Un quadro spettrale per chi, da sempre, è abituato a vincere.
Le decisioni di Elkann hanno confermato l'indecisione di una dirigenza che non rappresenta la storia della Juve. Il progetto bianconero è imploso progressivamente e la volontà di affidare la panchina a Tudor per un'intera stagione è sembrata da subito incomprensibile. Il croato non doveva essere semplicemente un traghettatore? La verità che la dirigenza non ha saputo trovare di meglio, incapace di ricostruire dalle macerie e portare la Juve lì dove merita di essere.