Elly Schlein è stata ospite della trasmissione televisiva di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, un evento che ha scatenato un vivace dibattito politico, soprattutto all'interno del suo partito, il Pd.
Durante l'intervista, la segretaria dem ha toccato temi delicati e ha rilanciato una visione politica che ha diviso le opinioni dei suoi stessi dirigenti.
Una frase su tutte ha fatto scalpore:
Il messaggio, evidentemente, era rivolto all'ala riformista che, sfiduciato il troppo accomodante Stefano Bonaccini finalmente sta cercando di venire fuori dal cono d'ombra in cui l'ha ficcata la segretaria da quasi tre anni.
Ospite di Fabio Fazio, Elly Schlein ha parlato di vari temi di attualità e della situazione politica italiana. Ha sottolineato che con lei il Pd è cresciuto del 10% nei consensi, segnalando un'altra linea rispetto ai governi di centrodestra e all'attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni.
Schlein ha ribadito la sua posizione contraria a qualsiasi alleanza con la destra e ha attaccato le politiche del Governo che secondo lei stanno impoverendo servizi essenziali come la sanità e la scuola pubblica.
La segretaria ha anche espresso solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci, l'ultimo vessillo del Campo largo, evidenziando come la libertà e la democrazia siano messe a rischio da un governo di estrema destra.
Sul punto, Schlein anziché lasciare, ha raddoppiato con una terminologia forte e ben studiata, evidenziando come la sua leadership punti a un rilancio progressista del partito.
Ma tant'è: le dichiarazioni di Schlein non sono passate inosservate e hanno innescato le solite tensioni interne nel Pd.
L'ala riformista del partito ha criticato alcune ambiguità e dettami troppo radicali emersi nel corso della sua intervista.
I riformisti, infatti, lamentano una mancanza di chiarezza su temi chiave come l'Europa, la difesa e le relazioni internazionali su Ucraina e Palestina.
Alcuni esponenti di questa corrente hanno alzato la voce chiedendo un maggiore equilibrio e un approccio più inclusivo nel partito, ritenendo che la strategia sin qui adottata rischi di isolare pezzi importanti della base democratica.
La tensione è visibile soprattutto nella divisione fra chi vede nella segretaria un punto di svolta e chi invece ritiene che il Pd debba recuperare una linea più moderata e riformista per recuperare il consenso nazionale.
L'ala riformista del Pd ha recentemente battto un colpo sulla propria posizione con la nascita di una corrente interna denominata “i Ferrovieri”.
Alla sua guida, ci sono figure come Pina Picierno, Lorenzo Guerini e Graziano Delrio.
In pratica, è la corrente che si prepara a sfidare apertamente Schlein in vista del congresso di partito, proponendo una visione europeista, pragmatica e meno conflittuale quando si tratta di fare opposizione anche al governo di centrodestra di Giorgia Meloni.
I riformisti insistono sul fatto che il Pd deve parlare anche alla parte più moderata del Paese, ampliando il dialogo politico e non limitandosi alle aree di base più radicali.
Picierno e Guerini, in particolare, sostengono la necessità di un Congresso che porti chiarezza e che permetta di tornare a costruire un centrosinistra forte e competitivo, nonostante le differenze con la linea della segretaria Schlein.
Ecco, se ha avuto un merito l'ospitata di Elly Schlein da Fabio Fazio è stato quello di aver acceso un confronto interno nel Pd, molto sopito negli ultimi anni.
Eppure, tra chi continua a sostenere Schlain come guida di un nuovo corso di sinistra e chi invece pretende una maggiore responsabilità e pragmatismo ce ne sarebbero ancora di cose da chiarire.
Il dibattito, per questo, è destinato a proseguire magari con un congresso che potrebbe ridisegnare gli equilibri interni del principale partito d'opposizione italiano.