Magari fosse l'isola che non c'è. Invece, questa è reale: è l'isola dove la magistratura, anzi, il sindacato dei magistrati, l'Anm, fa politica in vista del referendum costituzionale sulla riforma Nordio chiamando dalla sua anche il cantautore napoletano Eduardo Bennato: 79 anni, capelli ancora corvini, look da metallaro. E la convinzione di dover ancora una volta salvare il mondo stando dalla parte dei buoni, dei Peter Pan de' noaltri.
Ma tant'è: l'altro giorno nell'aula magna della sede della Cassazione, l'Anm ha dato il via alla campagna elettorale per il no al referendum sulla riforma della giustizia che sarà celebrato la prossima primavera.
Ma è giusto che le toghe scendano in maniera così netta nell'arena politica?
A distanza di un anno dall'inizio del dibattito sulla riforma della giustizia proposta dal ministro Carlo Nordio, si sono susseguite già diverse iniziative da parte della magistratura che hanno acceso un acceso confronto pubblico e politico.
Ma ora, tra i protagonisti di questa mobilitazione, a sorpresa, è spuntato anche il cantante Edoardo Bennato: a 79 anni un caso emblematico di come temi giudiziari possano coinvolgere anche figure appartenenti ad altri ambiti culturali e sociali.
Ma tant'è: l'Associazione Nazionale Magistrati ha iniziato la sua campagna elettorale.
Ha già preannunciato un vero e proprio manifesto per il no alla riforma Nordio definendola come un rischio per l'equilibrio e l'efficacia della giustizia italiana.
In ogni caso, quella del Palazzaccio voleva essere un'iniziativa unitaria. Ma ha mancato il suo obiettivo. All'assemblea organizzata presso la sede della Cassazione, ha preso parte, infatti, il procuratore generale di Napoli Nicola Gratteri, ma non un altro pm molto conosciuto come Nino Di Matteo.
Quest'ultimo ha scelto finanche di abbandonare l'Anm denunciando il prevalere delle logiche di corrente e il rischio di politicizzazione del ruolo giudiziario.
La posizione più dura, comunque, è venuta dai vertici delle toghe: il presidente dell'Anm, Cesare Parodi, ha sottolineato come le riforme possano compromettere l’indipendenza della magistratura e la tutela dei cittadini.
In molti, in ogni caso, si sono chiesti il motivo del coinvolgimento anche di Edoardo Bennato all'ultima iniziativa organizzata dall'Anm.
È vero che il cantante è noto per il suo impegno civile: le sue canzoni hanno affrontato spesso temi sociali.
Ma ora perché si è schierato così apertamente contro la riforma Nordio arrivando ad affiancare le iniziative elettorali delle toghe?
La sua presenza ha suscitato scalpore e ha alimentato il dibattito su come anche figure di spicco della cultura possano influenzare e sostenere le battaglie civili. Anche quando riguardano tecnicismi tutt'altro che semplici da spiegare.
Ma tant'è: Bennato ha motivato il suo intervento sottolineando l'importanza di difendere l'indipendenza della magistratura e di opporsi a quello che ha definito un tentativo di politicizzare troppo il sistema giudiziario italiano.
La sua presenza ha voluto rappresentare un ponte tra il mondo della musica, della cultura e quello della giustizia, dimostrando che le battaglie sociali trascendono spesso i confini istituzionali e si manifestano anche attraverso forme di espressione artistica e culturale.
Come dire: tutto fa brodo, specialmente in campagna elettorale. Anche i magistrati lo sanno.