28 Oct, 2025 - 11:37

Il licenziamento dei dipendenti Amazon, tra intelligenza artificiale e preoccupazioni sociali

In collaborazione con
Virginia Mattei
Il licenziamento dei dipendenti Amazon, tra intelligenza artificiale e preoccupazioni sociali

Negli ultimi mesi il tema dei licenziamenti in Amazon ha guadagnato grande spazio nei dibattiti internazionali. L’azienda fondata da Jeff Bezos, oggi guidata da Andy Jassy, ha infatti confermato che una parte della propria forza lavoro corporate è destinata a ridursi. Non si tratta solo di una scelta contingente, ma di una trasformazione strutturale che tocca il cuore del modello organizzativo del colosso dell’e-commerce.

Le motivazioni ufficiali sono chiare: da un lato la necessità di ristrutturare alcuni reparti dopo l’espansione vertiginosa degli anni della pandemia, dall’altro l’ingresso sempre più pervasivo dell’intelligenza artificiale. Lo stesso Jassy ha lasciando intendere che la tecnologia non solo affiancherà, ma sostituirà gradualmente mansioni ripetitive o di supporto.

Prospettive e concretezza

Questa prospettiva si è già tradotta in decisioni concrete. Nel 2025, ad esempio, Amazon Web Services, la divisione dedicata al cloud computing, ha visto centinaia di posizioni eliminate. Non si tratta di casi isolati: l’azienda ha parlato apertamente di “scelte difficili ma necessarie”, legate all’esigenza di ottimizzare costi e investimenti. Dietro queste formule, però, si nasconde la realtà di migliaia di persone che vedono il proprio futuro professionale improvvisamente messo in discussione.

Per i lavoratori il clima è di incertezza. L’annuncio di tagli legati all’automazione alimenta paure comprensibili: quanti ruoli scompariranno? Quali competenze saranno ancora richieste? Alcuni osservatori sottolineano come la sfida non sia soltanto la perdita di posti, ma la necessità di riqualificare interi segmenti della forza lavoro. La transizione verso mansioni più tecniche, legate all’uso e al controllo delle nuove tecnologie, richiederà programmi di formazione e politiche di accompagnamento che non sempre le aziende sono pronte a offrire.

Il caso italiano di Amazon

Il caso italiano merita una parentesi. Qui Amazon ha dichiarato che non sono previsti tagli al personale, rassicurando istituzioni e sindacati. Tuttavia, la notizia non ha eliminato del tutto le preoccupazioni. Da anni, infatti, i lavoratori italiani denunciano condizioni contrattuali fragili, ritmi serrati e un ricorso frequente al subappalto. Il tema dei licenziamenti globali, anche se non colpisce direttamente il nostro Paese, accende i riflettori su un modello che resta oggetto di controversie.

Guardando al futuro, appare evidente che i licenziamenti in Amazon non sono un episodio isolato, ma il segnale di un drastico cambiamento epocale. L’automazione e l’intelligenza artificiale promettono efficienza e crescita, ma rischiano di generare nuove fratture sociali se non accompagnate da misure di protezione adeguate. La sfida sarà trovare un equilibrio tra innovazione e tutela del lavoro, affinché il progresso tecnologico non si traduca in un arretramento dei diritti.

A cura di Virginia Mattei

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