28 Oct, 2025 - 11:45

La febbre dell’oro e la corsa del pianeta

In collaborazione con
Sofia Bendaj
La febbre dell’oro e la corsa del pianeta

Dopo un’ascesa inarrestabile nel biennio 24-25 che l’ha portato a sfiorare i massimi storici, l’oro ha subito in borsa un calo del -6%. Un calo drastico e in continuo aumento in questi giorni, ma cosa c’è veramente dietro a tutto ciò? C’è chi ritiene che sia solo una correzione momentanea data dal numero di vendite speculative generate negli ultimi giorni, e chi afferma invece che è data dalla recente “stabilità” raggiunta in medio oriente che ha riportato gli investitori a cercare nuove opportunità,  accantonando il metallo prezioso.

Ucraina, Medio Oriente e mercati: l’oro torna protagonista

Da sempre l’oro è un bene tangibile, universale, che non dipende da alcun emittente e quindi un titolo che può fallire. Questo gli permette di avere una funzione di “assicurativa” contro eventi catastrofici, crisi monetarie o ad eventuali collassi nei mercati finanziari. Con le attuali tensioni mondiali, come la guerra in Ucraina e la situazione drastica in Medio Oriente, gli investitori tendono a migrare verso qualcosa di “sicuro”, infatti, l’oro è stato tra i primi a beneficiarne, essendo visto come un “porto neutro” nelle tempeste globali.

Il ruolo delle banche centrali

Uno dei principali fattori che ha scaturito l’ascesa dell’oro è il ruolo delle banche centrali mondiali. Si prevede che il 95% delle Banche Centrali mondiali aumenti le proprie riserve auree nei prossimi 12 mesi, come infatti negli ultimi tre anni, le Banche Centrali hanno acquistato oltre 1.000 tonnellate di oro all’anno, quasi il doppio di tonnellate del decennio precedente.

Alla base di ciò ci sono motivazioni chiare e consolidate. L’oro rappresenta infatti una copertura efficace contro l’inflazione, in particolare in contesti di instabilità dei prezzi e perdita di potere d’acquisto delle valute.Inoltre, svolge un ruolo fondamentale nella diversificazione delle riserve, riducendo la dipendenza dal dollaro e da altri asset finanziari soggetti a variazioni.

La classifica degli Stati con più riserve:

  • Stati Uniti: 8.133
  • Germania: 3.352
  • Italia: 2.452
  • Francia: 2.437
  • Russia: 2.330
  • Cina: 2.299

Il caso italiano

L’Italia è al terzo posto nella classifica mondiale per il maggior quantitativo di riserve auree, dietro solo a Stati Uniti e Germania.Per il nostro paese il dato più interessante è che le riserve auree della Banca d’Italia sono cresciute di valore molto più del debito pubblico negli ultimi 20 anni. Sebbene la quantità di oro custodita sia rimasta invariata, il valore di mercato è salito da 31 miliardi di euro nel 2005 a quasi 230 miliardi nel 2025, con un’incidenza sul debito pubblico passata dal 2% al 7,5%. Dati che fanno ben sperare per il futuro della stabilità economico finanziaria del bel paese. 

Le previsioni sul prezzo dell'oro tra 10 anni sono molte e variabili, la maggior parte degli esperti prevede un aumento, con stime che variano da circa 4.000€ 7.000€ l'oncia (oggi 3.600€), e alcuni dei più drastici addirittura fino a 25.000€. Questa crescita, come dicevamo in precedenza, è sostenuta dall'inflazione, dalle tensioni geopolitiche e dai massicci acquisti delle banche centrali. È importante ricordare però, che gli avvenimenti passati non garantiscono risultati futuri e che il valore effettivo dipenderà da molti fattori economici e politici.

A cura di Sofia Bendaj

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