Una notizia d'oro per tutti gli amanti dell'autunno: il 2025 è ufficialmente l'anno record per le castagne italiane. Un vero e proprio tesoro nazionale che quest'anno abbonda, con un effetto diretto e positivo sui prezzi al consumo.
Secondo i dati diffusi dalla Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) e da ISMEA, il 2025 si registra come l'anno del boom della produzione nazionale, con un incremento medio di circa il 15–20% rispetto al 2024. Rese particolarmente abbondanti sono state registrate in tutte le principali aree castanicole: Toscana, Campania, Piemonte e Calabria.
Questo super raccolto è il frutto di due fattori chiave: un clima stabile, con piogge regolari a inizio autunno che hanno favorito la perfetta maturazione dei frutti, e gli interventi biologici mirati che hanno finalmente arginato la diffusione del parassita del cinipide galligeno. Ma la notizia più attesa riguarda il portafoglio. Con così tanta offerta, quanto costano le castagne oggi e, soprattutto, dove si trovano i prezzi più bassi?
Il Ministero dell’Agricoltura ha definito l'annata delle castagne di quest’anno un evento “eccezionale”. Basti pensare che, nei territori montani dell’Appennino e delle Alpi occidentali, il raccolto ha raggiunto rese di oltre 20 quintali per ettaro, con una qualità superiore alla media.
Il super raccolto è stato favorito dai nuovi investimenti nei castagneti da frutto, ma soprattutto dal ritorno alla coltivazione in aree precedentemente abbandonate.
L'effetto più atteso di questo raccolto abbondante è quello sui prezzi all’ingrosso, che mostrano un calo generalizzato.
L'andamento dei prezzi delle castagne nel 2025 è fortemente al ribasso, a causa di un raccolto record. La produzione nazionale ha registrato un boom stimato al +20% rispetto al 2024.
L’analisi di AgroNotizie conferma che questa abbondanza di prodotto, unita a un clima autunnale ancora mite che ha rallentato i consumi, ha spinto i listini verso il basso.
Ecco l'analisi dei prezzi nel dettaglio, basata sui dati forniti e integrata con le ultime rilevazioni.
All'ingrosso si registrano i cali più significativi. Sebbene si citi un calo del 6% per le pezzature medie (90–100 pezzi/kg) con prezzi tra 2,20 € e 2,80 € al kg, secondo l’ultimo report congiunto di Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) e ISMEA il mercato all’ingrosso mostra un ridimensionamento evidente dei prezzi rispetto al 2024.
Le informazioni più aggiornate rivelano che:
le castagne di calibro grande (60–65 pezzi/kg) hanno segnato un calo medio intorno al -17%, scendendo da circa 4,70 €/kg a 3,90 €/kg;
le pezzature intermedie (70–75 pezzi/kg) si attestano su una diminuzione di circa -14%, con quotazioni che oscillano tra 3,40 € e 3,60 €/kg;
le castagne più piccole (90–100 pezzi/kg) hanno registrato ribassi più contenuti, nell’ordine del -6%, con prezzi medi attorno a 2,60 €/kg.
Il calo si riflette, sebbene in modo più contenuto, anche sui prezzi al dettaglio. Secondo elaborazioni di Il Sole 24 Ore e Help Consumatori, il prezzo medio per il consumatore finale si colloca tra 3,50 € e 5,50 € al kg, a seconda della pezzatura, dell’origine e della qualità del prodotto.
L'andamento non è uniforme in tutta Italia. Come osservato, i prezzi sono influenzati dalle produzioni di pregio:
Regioni del Nord: tendono ad avere prezzi più alti. Qui si concentrano prodotti IGP (Indicazione Geografica Protetta) come la Castagna di Cuneo IGP e il Marrone del Mugello IGP, che hanno un valore di mercato superiore.
Regioni del Sud: presentano prezzi mediamente più contenuti, grazie a una produzione abbondante e a una minore incidenza di marchi IGP.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il calo dei prezzi non spaventa i produttori. Grazie ai volumi record del 2025, la redditività si mantiene sostenibile. A spingere ulteriormente il settore è anche l'export: come riporta AgroNotizie, le esportazioni verso mercati chiave come Germania e Francia sono in netto aumento.
Parallelamente, la castagna italiana sta riconquistando quote strategiche nel mercato interno, specialmente nella trasformazione industriale. Prodotti come farine, puree e marron glacé registrano una domanda in forte espansione.
Per consolidare questo trend positivo, le associazioni di categoria auspicano ora un maggiore coordinamento nella promozione del prodotto e una rete logistica più efficiente, per contenere i costi di trasporto.