29 Oct, 2025 - 20:50

"La Lezione": il nuovo thriller di Stefano Mordini presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma

"La Lezione": il nuovo thriller di Stefano Mordini presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma

 C’è da dirlo: l’avida morbosità maschile nei confronti delle donne, nella letteratura e nel cinema, è stata esplorata in lungo e in largo al punto tale da risultare ormai, ahimè, quasi banale. Ma se è vero che l’argomento è trito e ritrito, è altrettanto certo che purtroppo rimane sempre attuale. Penso che ognuna di noi possegga nel proprio passato, o addirittura nel presente, una storia di attenzioni moleste e insistenti ricevute da parte di un uomo incapace di rassegarsi. E per quanto questo stia diventando un problema molto più vicino agli uomini di quel che si possa pensare, con un grande aumento di vittime maschili di stalking, i due fenomeni nascono da una matrice diversa.

Nel caso “nostro” sappiamo bene che la questione è da imputare al patriarcato, a quel retaggio culturale che ci arriva oggi fin dal lontano medioevo, se non prima, secondo cui il corpo e l’essenza femminile non possiedono libertà, ma appartengono agli uomini che possono e devono disporne a piacimento. Gli atti persecutori nei riguardi delle donne partono dalla comune idea inconscia che non possiamo rifiutarci davanti al volere dell’uomo, che dobbiamo dire di sì e dobbiamo subire in silenzio, perché è così che funziona. E dunque, il regista toscano Stefano Mordini ha voluto affrontare il dilemma nella sua nuova pellicola La Lezione, presentata in anteprima, nella sezione Grand Public, alla 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma, prendendo ispirazione dall’omonimo romanzo, edito da Mondadori nel 2022, dello scrittore Marco Franzoso.

Al centro della trama c’è Elisabetta, interpretata dall’attrice Matilde De Angelis, un’avvocata di successo che sta difendendo un suo cliente da un’ingiusta imputazione di stupro. L’assistito è Angelo Walder (Stefano Accorsi), un noto professore universitario, che si dichiara estraneo ai fatti. Vinto il processo, perché la presunta vittima ha ritirato le accuse ammettendo di aver mentito, Walder vorrà intentare una causa contro l’università per mobbing, ricevuto a seguito dell’inizio del processo, chiedendo ancora l’aiuto di Elisabetta.

Il film si presenta da subito come un thriller claustrofobico, dove pure la fotografia rimane cupa e opprimente, in uno scenario nordico che accentua a livello visivo la sensazione di gelo. Finanche gli abiti di scena si contraddistinguono con colori tristi, tra il grigio, il nero e il marrone, dove l’unico elemento di spicco rimane una sciarpa rossa della protagonista, che poi diventerà parte integrante della storia.

Col passare dei minuti è inevitabile che lo sviluppo narrativo faccia pensare a La Morte e la Fanciulla (1994) di Polanski, ma anche a tantissimi altri noir, horror e thriller già visti. Il limite di questo lungometraggio è proprio la mancanza di singolarità. Invece, un aspetto che ho trovato irrealistico è che la De Angelis, avendo soltanto trent’anni spaccati, nel rappresentare un’avvocata con già una carriera di così ampio successo risulti poco plausibile. Devo però ammettere che c’è un buon livello registico di tensione e suspense e il film si fa seguire con interesse. Convincenti le prove attoriali di Accorsi e De Angelis. Non di certo un capolavoro dall’originalità scoppiettante e dalla sceneggiatura sorprendente, ma comunque una discreta e accattivante opera che si fa guardare. L’uscita nelle sale cinematografiche italiane è prevista per il 5 marzo 2026. 3,4 stelle su 5.

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