30 Oct, 2025 - 11:08

La tragedia di Jessica a Castelnuovo del Garda

In collaborazione con
Virginia Mattei
La tragedia di Jessica a Castelnuovo del Garda

A Castelnuovo del Garda, nel Veronese, la vita di Jessica Stapazzolo Custodio de Lima, giovane
ragazza di 33 anni, è stata spezzata dal suo compagno 41enne anche lui brasiliano. L’ha uccisa a
coltellate nella loro abitazione, nonostante fosse già sottoposto al divieto di avvicinamento e al
braccialetto elettronico, che quella notte non indossava.

Jessica aveva denunciato le violenze subite, cercando protezione. Come troppe donne, si era
fidata delle promesse di sicurezza che non sono bastate. Dietro la cronaca c’è la storia di una
giovane donna, di una vita interrotta che oggi chiede giustizia ma soprattutto consapevolezza.

I numeri della violenza che non si ferma

Il femminicidio di Jessica è l’ennesimo di una lunga lista che non accenna a fermarsi. Secondo i
dati del Ministero dell’Interno, nel 2025 sono già oltre 60 le donne uccise in Italia, e più di due terzi
da partner o ex partner. Nel 2024 erano state 113.

Numeri tragici, che raccontano una violenza quotidiana, silenziosa, spesso sottovalutata. Ogni
numero è una vita spezzata, una famiglia distrutta, una comunità ferita. La violenza di genere non è un’emergenza passeggera, ma un fenomeno radicato, culturale, che si nutre di possesso, controllo e silenzio.

La prevenzione è fondamentale

Il caso di Jessica ci insegna che la violenza non si ferma solo con le leggi, ma con la prevenzione.
Serve ascoltare davvero chi denuncia, garantire protezione costante e reale, monitorare con
efficacia chi ha già commesso violenze. Bisogna rafforzare i centri antiviolenza, sostenere le
donne nel percorso di uscita dalla paura e insegnare ai giovani che l’amore non è possesso, ma
rispetto e libertà.

Ogni femminicidio è la prova che qualcosa si è rotto prima, che un segnale non è stato ascoltato,
che un aiuto è arrivato tardi. Jessica non è solo una vittima: è un nome, un volto, una voce che ci chiede di non voltare lo sguardo. Ricordarla significa impegnarsi affinché nessuna donna debba più sentirsi sola o in trappola. Solo con l’ascolto, la cultura e la prevenzione potremo dire davvero: mai più.

A cura di Virginia Mattei

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