30 Oct, 2025 - 12:06

I magistrati nemici dell'Italia sabotano il Ponte di Messina: Sallusti e Donzelli furiosi (ma le loro sono lacrime di coccodrillo)

I magistrati nemici dell'Italia sabotano il Ponte di Messina: Sallusti e Donzelli furiosi (ma le loro sono lacrime di coccodrillo)

Il parere negativo della Corte dei Conti sulla costruzione del Ponte di Messina non è vincolante, non potrà bloccare l'opera.

Ma di sicuro, nel Paese delle carte bollate, dei centomila pareri, dei tavoli infiniti, dei mille enti e della burocratizzazione estrema degli azzeccagarbugli, ne rallenta ancora una volta l'inizio dei lavori.

La Corte dei Conti serve a controllare che non vengano sperperati soldi pubblici. E come possa sostenere che la costruzione di un Ponte sia antieconomica rimane, in attesa delle motivazioni, un mistero tutto italiano.

Oppure no. Nel senso che proprio un mistero, il no della Corte non è. Perché si tratta dell'ennesimo colpo basso, dell'ennesima ingerenza dei magistrati nel campo politico.

Per di più, arrivata con tempismo perfetto, visto che proprio oggi in Senato si vota in maniera definitiva la riforma della magistratura.

A pensarla così è tutto il mondo del centrodestra, ma non solo.

Tanti, anche non votando a destra, si ritrovano d'accordo con Alessandro Sallusti, ad esempio: il direttore del Giornale, oggi, si è dimostrato furioso contro le toghe, etichettandole come nemici dell'Italia.

E anche Giovanni Donzelli, uno dei colonnelli di Fratelli d'Italia più vicini a Giorgia Meloni, ha aggiunto il suo carico da novanta.

Del resto, siamo in campagna elettorale.

Intanto, a ben vedere, le loro sono lacrime di coccodrillo. Perché nel 2016 entrambi si sono opposti alla riforma costituzionale di Renzi che tentava di impostare uno Stato più snello ed efficiente, con un governo che finalmente potesse governare.

Sallusti e Donzelli furiosi contro i magistrati che hanno bocciato il Ponte

E allora, iniziando da Sallusti: cosa ha scritto il direttore del Giornale contro "i nemici del governo e i nemici del Paese"?

Semplice, che di azzeccagarbugli l'Italia non ne può più. Che le toghe politicizzate rappresentano una grave stortura democratica. Che di burocrazia il nostro Paese continua a morire.

virgolette
Solo uno stupido può sostenere che non si tratti dell'ennesima sentenza politica per mettere il bastone tra le ruote a un centrodestra che si ostina a provare a togliere il Paese dalle secche dopo oltre un decennio di governi pasticcioni e inconcludenti

E la sinistra dei Bonelli che festeggia?

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Chi oggi, a sinistra, festeggia per la decisione è un anti italiano, è uno che spera di lenire le sue frustazioni a danno di tutti gli italiani

Le interferenze dei magistrati politicizzati

E insomma: in attesa del referendum della prossima primavera che dovrà dire l'ultima parola sulla riforma Nordio che inizia ad incidere sul mondo della magistratura, per Alessandro Sallusti, siamo alle solite:

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La domanda è financo banale: se un governo non può decidere le politiche di sviluppo (vedi il Ponte), non quelle che riguardano la sicurezza (tipo i centri di accoglienza in Albania), non quelli che riguardano il sistema giudiziario (la rivolta in corso contro la riforma), che ce lo teniamo a fare nel nostro ordinamento istituzionale?

Come dire: l'Italia, per il direttore del Giornale, è una repubblica giudiziaria in cui la casta dei magistrati fa il bello e il cattivo tempo:

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Se l'ultima parola deve spettare non al Parlamento eletto, non al Presidente della Repubblica nominato da eletti, bensì a uno dei poteri più autoreferenziali, ideologici e marci (come emerso dal caso Palamara), che votiamo a fare?

A Sallusti, per questo, è venuto un dubbio atroce:

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Vuoi vedere che la nostra Costituzione non è esattamente la più bella del mondo?

Beh, proprio a questo punto allora andrebbe chiesto a Sallusti (e al centrodestra) il motivo per cui si oppose al più importante tentativo di riformare profondamente la nostra Carta schierandosi per il no al referendum del 4 dicembre 2016 promosso da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi.

Ma tant'è: oggi, le sue lacrime di coccodrillo gli riportano in mente anche un vero Maestro, Indro Montanelli:

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Ebbe a dire: Questa Costituzione porta male gli anni da quando aveva un giorno, in quanto pensata per esautorare il potere esecutivo a vantaggio di un consociativismo che impedisse l'esercizio della democrazia diretta. Cioè che la volontà popolare potesse avere il sopravvento sui poteri e le corporazioni dello Stato. E purtroppo, ancora lì siamo

Il Donzelli furioso

E comunque, anche un altro oppositore della riforma del 2016 della Costituzione, Giovanni Donzelli, oggi la prende male. 

Il Ponte in ogni caso si potrà ancora fare. Ma forse la lezione da trarre oggi è che in politica bisognerebbe agire pensando non alla convenienza spicciola personale dell'immediato, ma sempre alla convenienza generale. Basta avere la capacità di guardare giusto un pochino più in là del proprio naso. 

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