31 Oct, 2025 - 10:37

Terza guerra mondiale, Trump annuncia test nucleari e sorprende persino i suoi consiglieri

Terza guerra mondiale, Trump annuncia test nucleari e sorprende persino i suoi consiglieri

L’annuncio del presidente americano Donald Trump di riprendere immediatamente i test nucleari negli Stati Uniti ha colto di sorpresa la comunità internazionale, gli alleati e persino molti dei suoi stessi consiglieri, minacciando di cambiare drasticamente gli equilibri della sicurezza globale.

Un gesto che non solo rischia di riaccendere la corsa agli armamenti nucleari, ma solleva inquietudini sulla tenuta delle relazioni diplomatiche tra le principali potenze mondiali.​

Trump, dichiarazione inattesa dalla Corea

Tutto è avvenuto nel contesto del delicatissimo vertice tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping tenutosi in Corea del Sud. Poco prima dell’incontro ufficiale, mentre era ancora a bordo di Marine One diretto verso l’aeroporto, Trump ha annunciato sui social di aver ordinato al Pentagono di riprendere i test nucleari dopo una pausa di 33 anni, giustificando la scelta con i progressi di altri Paesi nel settore, in primis Cina e Russia. “Il processo inizierà immediatamente,” ha scritto sui social, lasciando poco spazio alle interpretazioni.​

La rapidità e la modalità del comunicato hanno confuso persino gli alti funzionari dell’amministrazione americana: la tradizionale competenza sui test nucleari negli Stati Uniti non spetta al Pentagono, bensì al Dipartimento dell’Energia, ed è prassi consolidata affidarsi a simulazioni computazionali piuttosto che a test esplosivi reali per verificare l’efficienza dell’arsenale.​

Consiglieri e militari presi in contropiede

La notizia si è diffusa rapidamente, ma nelle ore successive non si sono registrati movimenti concreti che facessero pensare a un imminente test nucleare da parte del Pentagono. Durante un’audizione al Congresso, il militare nominato da Trump per supervisionare l’arsenale nucleare ha dichiarato di non considerare il post del presidente come una diretta disposizione operativa: “Non sto leggendo nulla di preciso in quelle parole,” ha spiegato, sottolineando l’assenza di maggiori dettagli o ordini formali.​

Secondo fonti interne citate dalla CNN, molti consiglieri di Trump sono rimasti sorpresi dalla tempistica e dalla decisione, tanto da non essere stati informati precedentemente. Alcuni esperti militari hanno affermato che gli attuali test sono ormai eseguiti tramite sofisticate simulazioni digitali, considerati sufficientemente affidabili per valutare lo stato degli armamenti senza ricorrere a detonazioni reali.​

La reazione internazionale e le implicazioni

L’annuncio ha subito sollevato forti preoccupazioni. La ripresa dei test nucleari da parte degli Stati Uniti rappresenterebbe una rottura del consenso globale, in vigore da oltre trent’anni, che ha visto le principali potenze astenersi da esplosioni nucleari reali.

Né Cina né Russia hanno condotto test esplosivi da decenni, e la Cina—pur espandendo rapidamente il proprio arsenale—non ha eseguito detonazioni dal 1996. Anche la Russia ha modernizzato i propri sistemi, ma non ha ripreso i test esplosivi.​

Alcuni ex funzionari statunitensi hanno sottolineato che un annuncio di questo tipo potrebbe avvantaggiare più la Cina che gli USA, offrendo a Pechino l’occasione di giustificare una ripresa dei propri esperimenti e accelerare i progressi tecnologici. D’altro canto, la minaccia di Trump sembra anche una risposta ai recenti test di missili nucleari e torpedo annunciati dalla Russia, benché senza vere detonazioni.​

“Solo il suggerimento di una ripresa dei test potrebbe dare il via libera alla Cina di fare altrettanto,” ha affermato un ex alto ufficiale USA, sottolineando l’assenza di motivazioni tecniche valide per gli Stati Uniti.​

Le difficoltà organizzative e i rischi politici

La ripresa dei test nucleari negli Stati Uniti non sarebbe solo una scelta politica, ma porrebbe sfide legali e logistiche enormi. Gli ultimi test sono avvenuti nel deserto del Nevada negli anni ’90, e oggi quell’area non è più pronta ad ospitare operazioni simili in tempi brevi.

Servirebbero mesi, o forse anni, per aggiornare le infrastrutture necessarie e gestire eventuali opposizioni legali da parte degli Stati più colpiti dagli effetti radiotossici degli esperimenti del passato.​

Non va dimenticato che la moratoria sui test nucleari venne introdotta dopo decenni di esperimenti che hanno causato malattie e danni ambientali secolari negli Stati Uniti. Anche oggi, secondo autorevoli analisti americani, violare quell’accordo rischierebbe di delegittimare gli sforzi di modernizzazione e di rafforzamento già avviati dagli Stati Uniti negli ultimi anni.​

Trump e la retorica nucleare: una costante

Durante tutto il suo mandato, Trump ha alternato momenti di reticenza e di piega retorica: spesso nei suoi discorsi ha usato l’espressione “n-word” per evitare di parlare apertamente dell’arma atomica, ma non ha mai nascosto il suo interesse per la forza dissuasiva delle testate nucleari.​

Nel passato aveva anche ostentato la posizione di sottomarini nucleari per intimidire la Russia, e più volte ha fatto riferimento—anche in tono polemico—al cosiddetto “bottone nucleare,” come durante le tensioni con la Corea del Nord nel 2017. Ora, l’ipotesi di nuovi test sembra una nuova variabile nel suo modo personale di gestire la politica estera, al confine tra minaccia e azione concreta.​

Quali scenari per il futuro?

Il clima internazionale si fa teso e incerto. Se davvero gli Stati Uniti dovessero riprendere i test nucleari, la risposta di Russia e Cina potrebbe essere altrettanto rapida e marcata, favorendo una spirale pericolosa verso una nuova corsa agli armamenti e danneggiando decenni di diplomazia.

Per ora, l’annuncio di Trump rimane più una provocazione che un’attuazione concreta, ma il solo fatto che sia stato formulato in modo così diretto testimonia la fragilità degli equilibri attuali e la centralità del fattore nucleare nel contesto di una possibile “terza guerra mondiale”.

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