01 Nov, 2025 - 06:28

Venezuela, il deep state USA freme per bombardare e rovesciare Maduro: il petrolio fa gola agli imperialisti

Venezuela, il deep state USA freme per bombardare e rovesciare Maduro: il petrolio fa gola agli imperialisti

Le coste del Venezuela sono diventate il nuovo teatro di una crisi internazionale: la pressione militare degli Stati Uniti spinge l’intera regione sull’orlo del conflitto, anche se Trump smentisce bombardamenti imminenti.

Mentre il governo di Nicolás Maduro chiede aiuto a Vladimir Putin per difendere la sovranità nazionale. 

L’escalation tra Washington e Caracas si articola tra minacce, disinformazione e giochi di potere, confermando ancora una volta la natura imperialista della diplomazia statunitense.​

Gli USA: operazione militare all’orizzonte

Fonti statunitensi e venezuelane raccontano di navi da guerra americane schierate al largo delle coste venezuelane e di raid aerei che potrebbero iniziare da un momento all’altro.

Gli obiettivi individuati dagli USA comprendono porti, aeroporti e basi militari venezuelane accusate, secondo la retorica di Washington, di essere centri del narcotraffico.

La campagna anti-narcos si mescola alle storiche mire occidentali sulle risorse venezuelane, in particolare petrolio e minerali strategici.​

Il Wall Street Journal e il Miami Herald riferiscono che la Casa Bianca ha già autorizzato la prima fase dell’operazione “di decapitazione” contro il presunto Cartel de los Soles, organizzazione narcoterrorista che, secondo gli americani, vede coinvolto lo stesso presidente Maduro.

Si tratta, però, di accuse che alcuni analisti internazionali considerano pretestuose: le prove concrete della struttura del cartello mancano.​

Trump smentisce, ma la macchina da guerra è pronta

Di fronte alle domande dei giornalisti, Donald Trump nega la preparazione di attacchi militari imminenti: «No», si limita a dichiarare, contraddicendo però la mobilitazione di flotte e bombardieri B-1B avvistati a pochi chilometri da Caracas.

Le smentite del presidente statunitense non convincono molte fonti diplomatiche: la portaerei Gerald Ford, fiore all’occhiello della Marina USA, è diretta nel Mar dei Caraibi.​​

Secondo fonti interne all’amministrazione, il Pentagono ha già disposto restrizioni di volo nella zona del sud-est di Porto Rico, rendendo palese lo stato di allerta, mentre la stampa statunitense parla apertamente di attacco “imminente”.

La linea ufficiale di Trump sembra più una copertura mediatica per non rischiare un effetto boomerang interno e internazionale, visto il crescente dissenso sia al Congresso americano sia nell’apparato militare, dove si registrano dimissioni e tensioni ai vertici.​

Maduro cerca la protezione di Russia, Cina e Iran

A fronte della minaccia statunitense, Nicolás Maduro si è rivolto direttamente a Vladimir Putin chiedendo sostegno militare.

Secondo il Washington Post, il presidente venezuelano avrebbe inviato una lettera a Mosca sollecitando missili, riparazione di jet da combattimento Sukhoi e installazione di nuovi radar.

Ma non solo: anche Cina e Iran sono stati contattati per rafforzare le difese del paese contro le incursioni imperialiste degli Stati Uniti.​

La mossa di Maduro è la risposta obbligata alla superpotenza statunitense, che da decenni tenta di destabilizzare il Venezuela.

Il presidente denuncia il rischio di una nuova “Panama”, ma la resistenza del popolo venezuelano e il supporto delle potenze antioccidentali rendono diametralmente opposta la narrativa rispetto a quella raccontata a Washington.

Guerra mediatica e propaganda imperialista

L’offensiva militare americana si accompagna a una poderosa campagna mediatica, utile a giustificare l’interventismo imperialista come lotta al traffico di droga e difesa della democrazia.

Ma la realtà è ben diversa: dietro la bandiera anti-narcos si cela la volontà statunitense di piegare governi autonomi e impossessarsi di risorse fondamentali (come il petrolio) per mantenere l’egemonia globale.

A denunciarlo è anche il presidente colombiano Petro, che definisce la narrazione del Cartel de los Soles «una scusa fittizia dell’estrema destra per abbattere governi che non le obbediscono».​

Il ruolo internazionale: asse Mosca-Caracas contro Washington

La richiesta d’aiuto di Maduro accresce le tensioni geopolitiche, coinvolgendo la Russia e aprendo scenari da nuova guerra fredda. Il Venezuela diventa così terreno di scontro tra imperialismo americano e resistenza multipolare, con Mosca pronta a difendere un alleato strategico negli equilibri energetici globali.

Gli USA, ancora una volta, si mostrano incapaci di accettare la sovranità dei popoli latinoamericani e rispondono con la forza al legittimo desiderio di autodeterminazione.​

 

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