05 Nov, 2025 - 11:32

Vittorio Feltri contro la comunità che ha rilasciato l'accoltellatore di Milano: "Se ne sono lavati le mani"

Vittorio Feltri contro la comunità che ha rilasciato l'accoltellatore di Milano: "Se ne sono lavati le mani"

Vittorio Feltri, rispondendo a una lettera allarmata di una lettrice del Giornale, oggi si è soffermato sull'accoltellatore di Milano: come è stato possibile che un uomo, già ritenuto pericoloso e non equilibrato mentalmente, potesse girare indisturbato per Milano?

Il direttore ha detto la sua non mancando di segnalare l'ennesimo cortocircuito che, inevitabilmente, coinvolge anche il mondo della politica.

Feltri, le accuse contro chi ha lasciato libero l'accoltellatore di Milano

Hai voglia a dire e ridire che la sicurezza, soprattutto nelle grandi aree metropolitane, deve essere una priorità. Per Vittorio Feltri, siamo ancora lontani dal tradurre quest'imperativo in impegno quotidiano. Le nostre istituzioni faticano a garantire città vivibili e sicure.

Ma perché?

Per il direttore, "abbiamo costruito una macchina burocratica, anzi un carrozzone, che si inceppa, si blocca, ritarda. Ma così non tutela i cittadini. L'uomo che ha accoltellato quella donna non era un fantasma, era noto alle forze dell'ordine, aveva precedenti per aggressioni con coltello, era seguito da strutture e comunità che conoscevano i suoi disturbi e pure la sua pericolosità".

È proprio su questo punto che a Feltri ribolle il sangue:

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L'uomo è stato allontanato, un verbo che, nel linguaggio ipocrita di oggi, significa ce ne siamo liberati. La comunità se ne è sbarazzata, la burocrazia ha chiuso gli occhi, e l'uomo è tornato libero di girare per le strade e di accoltellare, come già aveva fatto anni prima

Il punto, allora, è questo:

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Quando un soggetto è ritenuto pericoloso per chi gli sta accanto in comunità, è automaticamente pericoloso per la società intera. Non è che, se lo liberi, guarisce...

Gli errori che hanno portato alla liberazione dell'accoltellatore

Per Feltri, c'è stata una serie di errori che ha portato alla liberazione dell'accoltellatore e al grave ferimento della donna in piazza Aulenti mentre si recava al lavoro: quell'uomo non poteva essere mandato via dalla comunità, lo si doveva contenere, lo si doveva segnalare e sorvegliare:

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Se davvero era considerato e diventato minaccioso, e lo era, qualcuno avrebbe dovuto attivare i servizi sanitari e le forze dell'ordine. Invece, niente: l'ennesimo scarico di responsabilità, l'ennesimo buco tra un ufficio e l'altro. L'ennesimo cortocircuito

Una pugnalata alle spalle

Quindi, purtroppo non solo metaforicamente, la donna vittima dell'aggressione di piazza Aulenti, è stata pugnalata alle spalle da uno Stato che non ha saputo garantirle un minimo di sicurezza.

Per Feltri, "quell'uomo non avrebbe dovuto trovarsi lì, ma rinchiuso altrove"

Ora, però, che il guaio è stato fatto, come reagire?

Il direttore, sempre sul Giornale, l'ha messa così:

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Auspico che si faccia chiarezza su questa dinamica, che si indaghi per capire se i responsabili della comunità abbiano o non abbiano segnalato il soggetto prima di sbatterlo fuori probabilmente per salvare loro stessi, ossia chi dentro quella struttura ci viveva

Un fatto, in ogni caso, è certo:

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Chi manifesta intenzioni violente e criminali, tanto più se ha dei precedenti, non va fatto accomodare fuori, ma va trattenuto. Qui non parliamo di un uomo che è evaso, scappato, che ha trovato una via di fuga...

Ma c'è, per Feltri, un'emergenza sicurezza legata a chi ha disturbi mentali come nel caso dell'accoltellatore di piazza Aulenti?

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A me pare ormai evidente che un crescente disagio sociale legato a malattie psichiatriche trascurate, sottovalutate o non trattate come si dovrebbe sia alla base di troppi fatti di cronaca che non riguardano e non toccano soltanto le famiglie, lasciate a sbrigarsela da sole, bensì la collettività intera
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