05 Nov, 2025 - 13:55

"Francesca Albanese non è la fatina di Gaza": parola dell'ambasciatore Vecchioni

"Francesca Albanese non è la fatina di Gaza": parola dell'ambasciatore Vecchioni

Più passa il tempo, più Francesca Albanese si svela, e più sono gli italiani, anche quelli che hanno a cuore le sorti dei palestinesi, che ne prendono le distanze.

Uno di questi è Domenico Vecchioni, uno degli esperti geopolitici più affidabili del nostro Paese nonché ex ambasciatore al servizio della Farnesina.

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Francesca Albanese? Non so se sia una strega, come l'ha definita il rappresentante del governo Netanyahu ultimamente, ma di sicuro non è la fatina di Gaza

ha dichiarato l'ex diplomatico a Tag24.

Vecchioni contro Francesca Albanese: "Non è la fatina di Gaza"

Ma quali sono le critiche che l'ambasciatore Vecchioni muove nei confronti di Francesca Albanese?

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Ha un approccio alla questione palestinese troppo fazioso. Eppure, un funzionario dell'Onu dovrebbe avere una visione obiettiva della realtà. Invece lei sembra che abbia sposato appieno le ragioni di Hamas

In altre parole: per Vecchioni, Albanese è inaffidabile. Non rende un buon servizio né all'Onu né agli stessi palestinesi, vittime di una organizzazione terroristica feroce come quella - appunto - fondata nel 1987 dallo sceicco Yassin.

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Il suo peccato più grave è vedere la realtà secondo la sua visione ideologica quando bisognerebbe accertarla per poi farsene un'idea

ha spiegato l'ex ambasciatore facendo capire che, da questo punto di vista, Francesca Albanese può essere considerata una traditrice della causa Onu:

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Ha fatto venire meno lo spirito con cui dovrebbero muoversi le Nazioni Unite

ha sottolineato Vecchioni.

La mission dell'Onu tradita da Francesca Albanese

Domenico Vecchioni l'ha spiegato molto bene a Tag24: il compito di un funzionario dell'Onu, in questo caso della relatrice in Palestina Francesca Albanese, è quello di capire lo scenario che ha di fronte, di svelarlo all'esterno con la massima obiettività.

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Questo per allentare le pressioni. Invece, il modo di fare di Albanese le alimenta

La libertà di pensiero e di parola, nel caso della relatrice speciale, non hanno parte in causa.

Francesca Albanese è libera di dire e fare ciò che vuole tra una cittadinanza onoraria e l'altra che le concedono i sindaci di sinistra. "Ma lo può fare in quanto libera cittadina, non nei panni di relatrice Onu", ha ammonito Vecchioni.

Tant'è è vero che anche la sua ultima relazione è stata stroncata. Non solo da Israele, ma anche dall'Italia:

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È priva di credibilità

hanno commentato i rappresentanti dei due esecutivi.

Del resto, il dossier è intitolato "Un genocidio internazionale" e accusa, insieme ad altri 61, anche il nostro governo di "complicità nel crimine collettivo del genocidio" sulla Striscia. 

Missione fallita

Francesca Albanese, quindi, ha in pratica fatto fallire la missione dell'Onu in Medioriente. 

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Non risulta una relatrice molto credibile nell'ambito di una istituzione che ha già vari problemi di credibilità

ha fatto presente l'ambasciatore Vecchioni.

E qui si mette il dito nella piaga. Francesca Albanese, infatti, si può considerare solo l'epifenomeno di un dato di fondo ancor più preoccupante: la perdita di credibilità dell'Onu a trazione terzomondista.

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L'Onu, da una parte, è rimasta legata a schemi nati nel secondo Dopoguerra, con il consiglio di sicurezza controllato dalle cinque potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale che hanno il diritto di veto. Da un'altra parte, però, l'assemblea generale dominata da una maggioranza di Paesi terzomondisti, la relega a una istituzione politica, incapace di prendere delle decisioni e di farle valere

Per questo, con l'immobilismo che ne consegue, la crisi del Palazzo di vetro di New York, secondo Vecchioni, è evidentissima.

"Oggi, in Medioriente come in Ucraina, l'Onu risulta assente. In altri tempi, invece, il segretario generale avrebbe fatto la spola tra Mosca e Kiev o tra Tel Aviv e le capitali arabe. Ad oggi, le Nazioni Unite riflettono solo l'immagine di un ente burocratico e caratterizzato da costi eccessivi"

Per Vecchioni, quindi, al di là di Francesca Albanese, l'Onu avrebbe bisogno di una riforma. E le prime regole da cambiare dovrebbero essere quelle del Consiglio di sicurezza.  

Peccato che per questo davvero ci vorrebbe una fatina...

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