05 Nov, 2025 - 18:44

Jeep 4xe sotto shock: il richiamo globale di Stellantis scuote l’elettrico

Jeep 4xe sotto shock: il richiamo globale di Stellantis scuote l’elettrico

La spinta del mercato globale dei SUV ibridi plug-in a marchio Jeep rischia una brusca frenata. Con una decisione che ha fatto rumore, Stellantis ha annunciato il richiamo di 375 mila veicoli in tutto il mondo, di cui 320.065 negli Stati Uniti. La percezione di un rischio concreto è forte: il provvedimento nasce da un possibile pericolo di incendio legato alle batterie ad alta tensione.

Ma può un difetto tecnico incidere davvero sui conti di un colosso automobilistico globale? E quali conseguenze può avere un richiamo di massa in un settore che investe miliardi nella transizione elettrica?

Lo scorso 4 novembre 2025, la National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha pubblicato la comunicazione ufficiale del richiamo, come previsto dal Titolo 49 del Code of Federal Regulations – Part 573, che impone ai costruttori di notificare tempestivamente ogni difetto potenzialmente pericoloso per la sicurezza.

Allarme batterie, Stellantis richiama 375mila Jeep: l’ibrido alla prova della fiducia

Come riportato da Il Sole 24 Ore, Stellantis ha previsto il ritiro dei modelli che rappresentano il cuore della gamma ibrida, quali Jeep Wrangler 4xe (2020-2025) e Grand Cherokee 4xe (2022-2026).

Cosa succede a chi ha acquistato questi modelli? La campagna di richiamo è chiara: Stellantis ha predisposto linee guida precise per i proprietari. La priorità resta la sicurezza: i clienti non devono ricaricare i veicoli e, per evitare il rischio di propagazione degli effetti, si invita a parcheggiarli all’aperto e lontano da edifici, come indicato dalla NHTSA, in attesa di una campagna di intervento gratuita che dovrebbe partire il 2 dicembre 2025.

Ma il vero problema pare sia riconducibile a un difetto nel “separatore” delle celle fornite da Samsung SDI, la cui rottura interna può innescare un cortocircuito e un conseguente surriscaldamento delle celle, con potenziale rischio di incendio.

Oltre al rischio per la sicurezza, il danno maggiore riguarda l’impatto economico legato al richiamo dei veicoli. Secondo numerosi analisti, la stima dei costi diretti potrebbe superare i 500 milioni di euro, tra riparazioni, assistenza, logistica e gestione legale. Un processo che comporta anche costi reputazionali e la possibile perdita di fiducia verso la tecnologia plug-in, su cui Stellantis ha costruito parte della propria strategia di transizione elettrica.

Le reazioni del mercato e il contesto finanziario

Non bastano solo le previsioni sull’impatto economico del richiamo dei modelli Jeep Wrangler 4xe e Grand Cherokee 4xe.

A incidere sul danno economico, già considerevole, si aggiunge la volatilità moderata del titolo Stellantis sulle Borse europee, con flessioni contenute tra lo 0,8% e l’1,5%. Per gli investitori, la vicenda sembra configurarsi come un rischio gestibile nel breve periodo, ma con effetti più incisivi nel medio termine.

L’azienda, che nel 2024 ha registrato utili netti per oltre 18 miliardi di euro, dovrà valutare se accantonare nuove riserve per coprire i costi del richiamo, come richiesto dagli standard contabili IAS 37 sui passivi potenziali.

Non bisogna dimenticare che, sul piano industriale, Stellantis ha annunciato investimenti per 50 miliardi di euro entro il 2030 per l’elettrificazione, con l’obiettivo del 100% di vendite elettriche in Europa entro la stessa data. Qualsiasi evento che mini la fiducia dei consumatori nella sicurezza delle batterie rischia di rallentare quella corsa.

L’effetto domino sulla filiera delle batterie

L’incidente riporta sotto i riflettori la catena di fornitura globale delle batterie, settore strategico e ancora vulnerabile. Secondo quanto riportato da Milano Finanza, Samsung SDI, già partner di vari gruppi automotive, dovrà rivedere i propri processi di controllo qualità, mentre concorrenti come LG Energy Solution e CATL monitorano l’impatto reputazionale.

Il tema non è solo tecnico: si intreccia con le norme internazionali di sicurezza e responsabilità del produttore, previste anche dal Regolamento (UE) 2018/858, e con i criteri ESG (Environmental, Social and Governance) che oggi influenzano la valutazione del rischio finanziario delle aziende.

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