05 Nov, 2025 - 18:11

Libretto postale cointestato: il superstite ha diritto al 50%, ecco le novità 2025

Libretto postale cointestato: il superstite ha diritto al 50%, ecco le novità 2025

Le regole sul pagamento agli eredi del saldo di un libretto postale sono stabilite dall’articolo 187 del D.P.R. n. 256 del 1° giugno 1989. La disciplina si applica quando un libretto postale è cointestato e uno dei titolari viene a mancare. È una situazione comune a molti risparmiatori, che suscita domande inevitabili: chi ha diritto alle somme depositate? Il superstite può ritirare i soldi? E gli eredi del defunto possono opporsi?

In materia, l’analisi della Corte di Cassazione apre nuovi scenari, partendo proprio dalla norma che prevede che “il rimborso a saldo del credito […] venga eseguito con quietanza di tutti gli aventi diritto”.

Un approfondimento necessario, se si considera che in passato Poste Italiane sospendeva ogni pagamento fino a quando non si presentavano congiuntamente superstite ed eredi. Si trattava di una prassi lunga e tortuosa, fatta di attese e contenziosi, che spesso lasciava le famiglie nell’incertezza e senza accesso immediato ai risparmi.

Con il tempo, tuttavia, la prassi e la giurisprudenza si sono evolute, avvicinando il libretto postale al conto corrente cointestato, disciplinato dall’art. 1854 del Codice Civile, che riconosce a ciascun intestatario la titolarità della propria quota patrimoniale.

Libretto postale cointestato: rimborso 50% al superstite, cosa cambia per gli eredi nel 2025

L’ordinanza n. 28935 del 2025 della Corte di Cassazione ha stabilito che, nei casi in cui il libretto postale sia cointestato con la clausola di “pari facoltà di rimborso”, il cointestatario superstite può entrare in possesso del 50% del saldo, indipendentemente dall’opposizione presentata dagli eredi del defunto.

Nel dettaglio, la Suprema Corte definisce la clausola di pari facoltà come il vincolo contrattuale che consente a ciascun intestatario di operare disgiuntamente, e tale potere non si estingue con la morte di uno dei cointestatari.

Pertanto, l’opposizione di un coerede non è sufficiente a congelare il rimborso: per bloccare il pagamento è necessario un provvedimento del giudice, come un atto di sequestro o un’ordinanza specifica che disponga la sospensione.

Come riportato da Il Sole 24 Ore, in una recente vicenda in cui la Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi, è stato chiarito che Poste Italiane, in presenza di una clausola di pari facoltà, deve procedere al rimborso della quota spettante al superstite.

Una volta eseguito il pagamento del 50%, l’ente è liberato da ogni ulteriore obbligo nei confronti dell’eredità, spostando l’eventuale controversia tra superstite ed eredi sul piano dei rapporti civili interni.

Il fondamento giuridico: solidarietà attiva e clausola di pari facoltà

Questo orientamento trova solide basi nei principi del Codice Civile, in particolare negli articoli 1292 e seguenti, che disciplinano le obbligazioni solidali: in un rapporto con più creditori, ciascuno può pretendere la propria parte.

L’articolo 1854 c.c. stabilisce inoltre che i cointestatari di un conto sono creditori in proporzione alla loro quota, salvo diversa pattuizione contrattuale.

La formulazione di questi principi porta a considerare la clausola di pari facoltà di rimborso indicata nel libretto postale non come un deposito indivisibile, ma come un credito condiviso, in cui ogni intestatario mantiene il diritto alla propria quota anche dopo la morte dell’altro.

L’applicazione pratica della legge prevede che il superstite possa richiedere la sua parte, pari al 50%, mentre la restante metà rientra a pieno titolo nell’asse ereditario, per essere poi ripartita tra gli eredi secondo le norme della successione legittima.

Come ricordato anche da La Legge per Tutti, la Cassazione, con la decisione del 2025, ha ribadito che Poste Italiane non può farsi arbitro delle liti familiari: deve eseguire il pagamento nei limiti della quota certa e rinviare eventuali controversie interne alla sede civile, dove superstite ed eredi potranno regolare i propri rapporti in modo trasparente e conforme al diritto vigente.

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