06 Nov, 2025 - 11:36

Mamdani style: un sindaco musulmano anche a Milano? Dibattito Sardone-Abouabid

Mamdani style: un sindaco musulmano anche a Milano? Dibattito Sardone-Abouabid

La notizia dell’elezione di Zoran Mamdani a sindaco di New York diventa l'occasione per una riflessione più ampia, allargata all'Italia. Nella trasmissione “Calibro 9” di Francesco Borgonovo, in onda su Radio Cusano Campus, Silvia Sardone, vicesegretaria della Lega, e lo scrittore italo-marocchino Saif Eddine Abouabid, si sono confrontati sul significato di questa elezione e sul ruolo dell’Islam nella politica occidentale.

L'entusiasmo della sinistra e le prime schermaglie

A introdurre il tema è Borgonovo, che sottolinea come la sinistra internazionale abbia accolto Mamdani come un nuovo leader simbolico. Saif Eddine Abouabid, con tono scherzosamente trionfante, dichiara: “Siamo in festa da ieri, è una notizia meravigliosa.”

Per lui, l’elezione del 34enne newyorkese di origini ugandesi e indiane non rappresenta soltanto un successo della sinistra progressista, ma anche una ventata di freschezza che scuote l’establishment politico. “È un segno di partecipazione popolare — afferma — milioni di cittadini si sono recati alle urne, cosa che in Italia non accade più.”

Silvia Sardone risponde invece con maggiore prudenza e un pizzico di sarcasmo: “Non so quanti italiani siano contenti di avere Trump come alleato, ma festeggiare un sindaco di New York mi sembra eccessivo.”

Il suo approccio è più pragmatico: riconosce che la vittoria di Mamdani entusiasma una certa area ideologica, ma mette in guardia sui limiti e le contraddizioni del suo programma.

Mamdani tra idealismo e realtà economica

Borgonovo sottolinea l’ambiguità politica del nuovo sindaco: “Si dichiara socialista, ma si fa fotografare abbracciato ad Alex Soros. È la più grande illusione della politica recente.”

Sardone incalza sulle misure economiche proposte da Mamdani, definite “idealistiche ma prive di concretezza”. “Promette autobus gratuiti, affitti dimezzati e più risorse alla gente povera — spiega — ma qualcuno deve pur pagare. E alla fine a rimetterci è sempre la classe media.”

L’esponente leghista sottolinea anche la presunta insicurezza della metropoli americana: “New York è oggi oggettivamente una città pericolosa. Tagliare i fondi alla polizia, come propone Mamdani, sarebbe un errore.”

Non manca poi un riferimento polemico alle posizioni del neosindaco su Hamas e alla sua vicinanza alle cause più radicali della sinistra internazionale.

Islam, politica e doppie appartenenze

Il confronto si sposta poi su un terreno più ampio: l’Islam nelle istituzioni occidentali. Borgonovo ricorda che “il primo sindaco musulmano d’Italia era un leghista, Moreno Marsetti, eletto nel 2020 a Malo, in provincia di Vicenza.”

Abouabid ammette di non conoscere il caso, ma ne approfitta per rivendicare l’esistenza di una generazione di amministratori e consiglieri italiani di fede islamica: “È un corso naturale della storia. Abbiamo persone competenti che meritano fiducia, anche a livello di grandi città come Milano o Roma.”

Sardone, pur riconoscendo il valore individuale di questi esempi, ribadisce il principio secondo cui “in Italia vengono prima le regole e poi le religioni. La fede non può stare sopra la legge dello Stato.”

Borgonovo e Sardone concordano nel definire New York un “caso a sé”, una realtà cosmopolita che non rappresenta l’America profonda. “È come Londra — osserva Sardone — dove la componente multietnica è determinante. In Italia, invece, le grandi città restano di sinistra, ma nei comuni dell’hinterland prevale ancora la destra, perché lì i problemi di sicurezza e potere d’acquisto si sentono di più.”

La Lega, conclude, punta a un modello di governo che privilegi la sicurezza e la chiarezza normativa. Mentre Abouabid invita a guardare oltre le paure: “Un sindaco musulmano in una grande città italiana non è un’utopia. Accadrà presto, nel rispetto delle regole e con spirito di servizio.”

 

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