Dopo mesi di trattative intense, è stato siglato il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022-2024 per docenti e personale ATA.
In realtà, si stava temendo per il peggio perché le troppe attese, si sa, portano cattivi presagi.
Alla fine, tutto è bene quel che finisce bene. Ma sarà davvero così? L’accordo non si limita agli stipendi, ma introduce anche misure di flessibilità, smart working, formazione e strumenti di valorizzazione professionale.
Non anticipiamo altro e vediamo subito quanto aumenteranno gli stipendi, quando saranno corrisposti gli arretrati e tutte le altre novità.
Parliamo di un rinnovo importante che interessa 1,2 milioni di lavoratori, di cui 850.000 insegnanti, con risorse complessive di circa 3 miliardi di euro, integrati da ulteriori 240 milioni del Decreto Maturità.
Gli aumenti medi mensili oscillano intorno ai 150 euro, con punte fino a 185 euro per i docenti più esperti e 240 euro per i ricercatori.
Gli arretrati stimati possono raggiungere 2.000 euro, con una media di 1.450 euro per i docenti.
Ecco il dettaglio per ruolo e titolo di studio:
A queste cifre si aggiungono misure straordinarie: 170 milioni di euro per la detassazione del salario accessorio (pari a 140 euro “una tantum”), il taglio del cuneo fiscale che potrà aumentare gli stipendi fino a 850 euro l’anno e il bonus mensile per le lavoratrici madri portato a 60 euro.
Gli importi saranno accreditati nelle buste paga tra dicembre 2025 e gennaio 2026, con le amministrazioni tenute a trasferire gli effetti economici entro 30 giorni dalla firma definitiva.
Per la prima volta il contratto disciplina in modo chiaro il lavoro agile, compatibile con le esigenze del servizio scolastico. La priorità sarà data a chi ha problemi di salute, disabilità o esigenze familiari.
Viene introdotto anche il diritto alla disconnessione, per garantire tempi di riposo reali ed evitare comunicazioni fuori dall’orario di lavoro, soprattutto per il personale amministrativo.
Una novità attesa da anni riguarda il buono pasto: diritto esteso a chi lavora almeno 6 ore continuative.
Il valore e le modalità di attribuzione saranno definiti a livello di contrattazione d’istituto o, nei casi di scuole con mensa interna, dalle delibere degli enti locali.
La formazione permanente resta diritto e dovere del personale docente, educativo e ATA, che si potrà svolgere in orario di servizio e finalizzata a innovazione didattica, sicurezza, digitalizzazione e inclusione.
Vengono rafforzati gli strumenti di progressione economica, il riconoscimento del lavoro aggiuntivo per docenti di sostegno e personale ATA e la possibilità di incarichi legati a progetti di innovazione e supporto organizzativo.
Il nuovo contratto aggiorna mobilità, supplenze e carriere, senza rivoluzionarle. Per la mobilità, restano i criteri nazionali, ma viene potenziata la contrattazione a livello territoriale e ministeriale, per gestire meglio trasferimenti, assegnazioni provvisorie ed esigenze locali.
Per le supplenze, il personale a tempo determinato mantiene gli stessi diritti dei colleghi di ruolo e può partecipare alle attività collegiali e ai percorsi di formazione, garantendo continuità e inclusione nelle scuole.
Quanto alle carriere, le progressioni economiche legate all’anzianità restano confermate, mentre eventuali modifiche di scatti e livelli professionali sono rinviate al contratto 2025-2027.
Particolare attenzione è riservata a personale con disabilità e docenti di sostegno, con piena equiparazione economica e professionale e riconoscimento del loro ruolo fondamentale nel garantire una scuola più inclusiva e di qualità.
Il rinnovo del contratto non si limita ai numeri: riconosce il valore quotidiano di milioni di docenti e personale ATA, introduce strumenti concreti per equilibrare lavoro e vita privata, e prepara il terreno per la prossima stagione contrattuale, con l’obiettivo di rendere stabili gli aumenti e valorizzare davvero le professionalità della scuola.
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