07 Nov, 2025 - 17:43

Prezzo del caffè alle stelle, l’allarme di Illy: così la speculazione cambierà la filiera

Prezzo del caffè alle stelle, l’allarme di Illy: così la speculazione cambierà la filiera

Magari fosse possibile andare al bar o gustarsi una tazzina di caffè a casa a prezzi più calmierati. Non lo è oggi, e non lo sarà neppure domani. Lo stesso vale per il prezzo della materia prima, che continua a crescere in quest’ultimo periodo in modo apparentemente incontrollato. Ma è davvero solo colpa dell’inflazione o, dietro la tazzina, si nasconde qualcosa di più complesso?

Tutto appare più chiaro dopo l’allarme lanciato da Andrea Illy, presidente di Illycaffè S.p.A., che in una recente intervista pubblicata da Il Sole 24 Ore ha segnalato come "la media storica del prezzo del caffè sia triplicata".

Secondo Illy, gran parte di questa impennata non dipende solo dai costi produttivi, ma è il risultato della speculazione finanziaria che domina il mercato internazionale. E allora, quanto cambierà davvero il prezzo del caffè nei prossimi mesi?

Prezzi del caffè in aumento: Illy avverte, “costo triplicato e filiera sotto pressione”

Archiviata la nostalgia del caffè “quasi gratis”, chiuso il capitolo degli aumenti generalizzati dovuti ai rincari energetici e ai conflitti internazionali, Andrea Illy avverte che, se la dinamica attuale dovesse proseguire, i prezzi del caffè potrebbero spingersi ancora più in alto nei prossimi mesi.

La previsione si basa sui dati delle borse internazionali, come l’Intercontinental Exchange di New York, dove le quotazioni hanno toccato livelli record.

Come spiega Illy, "la portata del raccolto gira venti volte sulle borse" e il "90% di chi opera sul mercato non appartiene realmente alla filiera produttiva". Ciò significa che il prezzo del caffè viene determinato da flussi finanziari, algoritmi e scommesse speculative, più che da fattori agricoli o produttivi reali.

Una situazione confermata anche da Il NordEst.it, che parla di un “mercato distorto da movimenti speculativi” e della necessità di riportare il prezzo alla realtà agricola.

A pesare ulteriormente ci sono anche fattori esterni: eventi climatici estremi, aumento dei costi energetici e tensioni geopolitiche che influenzano trasporti e logistica.

Secondo i dati sul contratto Coffee C, il benchmark per l’arabica quotata all’ICE di New York, i prezzi si muovono su livelli tra i più alti dell’ultimo decennio, con oscillazioni ben superiori al periodo pre-pandemia.

L’impatto sulla filiera e sui produttori

La lettura di Illy mette in luce le difficoltà di torrefattori e aziende di trasformazione, costrette a operare con margini sempre più ridotti. Chi acquista caffè verde si trova di fronte a contratti gonfiati da dinamiche totalmente esterne alla produzione agricola. Di conseguenza, molte aziende sono costrette ad assorbire parte dei costi o, in alternativa, trasferirli parzialmente al consumatore finale.

Per i produttori dei Paesi tropicali, invece, la volatilità rappresenta una minaccia costante: se da un lato l’aumento dei prezzi può sembrare un vantaggio, dall’altro la mancanza di stabilità impedisce una pianificazione sostenibile. In tutto questo, i coltivatori non traggono beneficio diretto dalla speculazione, che premia piuttosto chi muove i capitali.

Sul piano normativo, la questione si intreccia con il Regolamento (UE) n. 1308/2013, che disciplina l’organizzazione comune dei mercati agricoli e promuove la trasparenza delle filiere. Tuttavia, il controllo sulle operazioni speculative resta limitato.

In Italia, il tema è al centro del Decreto Legislativo 198/2021, che tutela la trasparenza dei rapporti commerciali nella filiera agroalimentare e mira a garantire una distribuzione più equa del valore tra gli attori del settore.

Le risposte del gruppo Illy e le nuove strategie

Per affrontare questa fase complessa, Illycaffè ha avviato nuovi investimenti puntando su qualità, sostenibilità e rapporti diretti con i produttori.

Come dichiarato da Andrea Illy a Il Sole 24 Ore, "la partita si vince solo creando valore reale", contrastando la speculazione e favorendo una filiera più corta e controllata.

L’azienda triestina sta sviluppando progetti di agricoltura rigenerativa, già sperimentati in America Latina e Africa, che migliorano la fertilità del suolo e riducono l’impatto ambientale.

Queste iniziative si muovono in linea con il Green Deal europeo e con il Regolamento (UE) 2023/1115 sulla deforestazione, promuovendo una produzione sostenibile e tracciabile.

Secondo Illy, la vera sfida è creare un equilibrio tra sostenibilità, competitività ed etica, costruendo un modello economico capace di tenere insieme mercato e ambiente.

Una visione strategica condivisa da molte altre aziende del settore, oggi impegnate a rivedere le proprie strategie di approvvigionamento in base alle nuove direttive europee sulla tracciabilità delle filiere agroalimentari.

 

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