Avrebbe adescato e sedotto un 30enne sui social, per poi spedire le chat "compromettenti" non solo alla compagna dell'uomo, ma anche a familiari, amici e colleghi della coppia. In più occasioni lo avrebbe anche pedinato, in modo da avere materiale fotografico che ne confermasse l'infedeltà.
Una 55enne è stata condannata dal Tribunale di Firenze a due anni e quattro mesi con le accuse di revenge porn, diffamazione, stalking e sostituzione di persona.
Per questi ultimi due reati è stato condannato anche il figlio della donna, che avrebbe aiutato la madre a portare avanti il progetto criminale attuato nei confronti di un perfetto sconosciuto.
A raccontare la vicenda è Il Corriere Fiorentino. Secondo quanto emerso, a febbraio 2020, il 30enne, residente a Prato, accetta una richiesta di contatto su Instagram da parte di una ragazza, iniziando con lei una relazione virtuale, fatta di chat e invio di foto e video a sfondo sessuale.
Dietro quel profilo, però, c'è una donna 55enne che ha un unico obiettivo: "smascherare" l'infedeltà del giovane. Scrive così alla sua fidanzata e le invia le chat erotiche. Manda il materiale anche alle loro famiglie, agli amici e ai colleghi della donna.
I due, malgrado le difficoltà, restano insieme, denunciando l'adescamento alle autorità. Ed è a questo punto, riferisce ancora il quotidiano, che la 55enne mette in atto la seconda parte del piano.
La donna, aiutata dal figlio quasi trentenne, inizia a pedinare l'uomo, talvolta anche la coppia, spostandosi in alcuni hotel di Firenze e fotografando i loro spostamenti.
I due si accorgono di essere seguiti e lo segnalano alla polizia, che risale così ai responsabili e al piano architettato per fare in modo che i due fidanzati si separassero. Oggi, a distanza di cinque anni da allora, non stanno più insieme.
La donna, oggi sessantenne, è stata condannata a una pena totale di due anni e quattro mesi nella sentenza di primo grado. Il movente sarebbe da ricercare in una volontà di "fare giustizia" e "difendere le altre donne".
Il figlio è stato invece condannato a un anno e otto mesi: sarebbe stato lui ad aiutare la madre a confezionare il falso profilo social e a pedinare la coppia di fidanzati.
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