10 Nov, 2025 - 16:34

Covid, il report insabbiato che imbarazzava il governo: intervista a Francesco Zambon

Covid, il report insabbiato che imbarazzava il governo: intervista a Francesco Zambon

Francesco Zambon, ex ricercatore OMS, è tornato sotto i riflettori in questi giorni per la sua audizione davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta sul Covid-19, tenutasi il 6 novembre 2025 a Palazzo San Macuto.

Zambon era il coordinatore del gruppo OMS che nel maggio 2020 aveva pubblicato un rapporto critico dal titolo “Una sfida senza precedenti. La prima risposta dell’Italia al COVID-19”. Questo documento metteva in luce la mancata revisione del piano pandemico italiano, rimasto invariato dal 2006, sottolineando così gravi carenze nella preparazione del sistema sanitario e attribuendo parte delle responsabilità del caos iniziale a queste mancanze.​

Poche ore dopo la pubblicazione, il report fu ritirato dal sito OMS su ordine diretto partito dalla sede di Pechino, che accusava il dossier di “inaccuratezze”, in particolare nei giudizi sulla gestione cinese della pandemia. Zambon ha affermato in Parlamento di aver subìto pressioni interne e di essere rimasto isolato dopo aver rifiutato modifiche che avrebbero alleggerito le responsabilità dei governi coinvolti. Il suo gesto di denuncia lo portò alle dimissioni e a chiedere una maggiore tutela per i whistleblower all’interno delle organizzazioni internazionali.

Zambon in Commissione Covid

Durante l’audizione del 6 novembre 2025, Zambon ha ricostruito pubblicamente la vicenda, mostrando nuove email tra OMS, Governo italiano e ISS che confermano come furono richieste dal vertice dell’OMS modifiche e la rapida rimozione del rapporto.

Documenti e testimonianze hanno riaperto il dibattito sul ruolo di responsabilità dei dirigenti OMS, sui rapporti con le sedi internazionali e sulla trasparenza nella gestione della crisi pandemica.​​

Dagli atti della commissione è emerso che il ritiro del dossier sarebbe stato motivato anche dalla volontà di non danneggiare i rapporti tra OMS, Italia e Cina, così come di non mettere a rischio i fondi per la sede veneziana dell’agenzia. La questione ha riacceso lo scontro politico sulle responsabilità di quei mesi e sugli effetti delle pressioni internazionali nella comunicazione e gestione delle emergenze sanitarie.

Zambon su Radio Cusano Campus

Zambon è stato ospite oggi a "Calibro 9", trasmissione condotta da Francesco Borgonovo su Radio Cusano Campus, per approfondire la questione.

I temi chiave dell'intervista:

  • Zambon racconta la genesi e le varie revisioni del report OMS, precisando che il documento fu elaborato da un team internazionale, accuratamente supervisionato e approvato dai capi OMS, e poi sottoposto alle osservazioni di Ranieri Guerra e Cristiana Salvi, figure italiane dell’OMS non formalmente incluse nella catena di approvazione.​
  • Viene denunciato come il report sia stato ritirato per timore di mettere in difficoltà il Governo italiano, con testimonianze e email depositate in Commissione che dimostrano le pressioni subite: Cristiana Salvi definì il report “una bomba” e suggerì di informare il Governo prima della pubblicazione.
  • Zambon descrive la cultura della gestione politica della pandemia: il principale interesse dei dirigenti coinvolti sarebbe stato salvaguardare rapporti diplomatici piuttosto che la trasparenza sulle misure sanitarie adottate.
  • L’ex ricercatore sostiene che la Commissione d’inchiesta abbia raccolto materiali sufficienti per avviare accertamenti penali su alcuni scandali emersi, come quello delle mascherine.
  • Zambon chiarisce che la sua uscita dall’OMS fu una “constructive dismissal” sancita da sentenza del Tribunale di Ginevra: non un licenziamento diretto, ma una forzatura alle dimissioni dovuta alle pressioni subite, elemento spesso omesso dai media mainstream.
  • La discussione si sofferma sull’articolo 100 dello Statuto ONU che vieta alle agenzie come l’OMS di subire pressioni dai governi nazionali. Zambon denuncia quindi che la procedura seguita nel ritiro del report è incompatibile con la normativa internazionale e lo spirito di indipendenza richiesto.
  • Nel finale, Zambon ribadisce la necessità di parlarne per evitare in futuro il ripetersi di simili dinamiche, sottolineando che ad oggi, secondo lui, il sistema italiano non è più preparato rispetto alla fase pre-pandemica.

 

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