L’obesità giovanile è una vera emergenza sanitaria in Italia, con dati che mostrano una crescita costante e preoccupante negli ultimi anni. Le cause principali includono l’uso eccessivo di smartphone e dispositivi digitali, la sedentarietà e una scarsa educazione alimentare, fattori che si intrecciano creando un terreno fertile per l’aumento dei casi tra i giovani.
Secondo il Child Nutrition Report 2025, la percentuale di obesità tra bambini e adolescenti ha raggiunto il 9,4%, superando per la prima volta il dato sul sottopeso (9,2%).
Il fenomeno risulta particolarmente accentuato tra gli adolescenti: nella fascia tra i 20 e i 24 anni, l’eccesso di peso colpisce il 21,6% dei giovani nati nei primi anni 2000, con una crescita del 38% rispetto al 2003.
Tra gli 8 e i 9 anni si registra il 17% di obesi e un 39% di bambini sovrappeso. Questi numeri rivelano una tendenza in peggioramento, con oltre 6 milioni di persone obese in totale nel Paese.
Il tempo trascorso davanti a smartphone, tablet, tv e computer contribuisce in modo significativo all’incremento di obesità giovanile. Una recente ricerca pubblicata su Global Pediatric Health evidenzia che l’uso di dispositivi digitali prima di dormire riduce la durata e la qualità del sonno, fattore direttamente correlato all’aumento dell’Indice di Massa Corporea nei ragazzi.
Chi utilizza smartphone o videogiochi in tarda serata dorme fino a un’ora in meno rispetto ai coetanei e presenta livelli di stanchezza più elevati, che riducono il desiderio di muoversi e fare attività fisica.
Nonostante un lieve incremento dell’attività fisica tra gli under 10, il livello di sedentarietà resta troppo alto: solo 1 bambino su 20 soddisfa la quota di movimento raccomandata per l’età.
A scuola e in famiglia, l’educazione alimentare rimane carente. La pubblicità di cibi ricchi di zuccheri, grassi e sale influenza i giovani, portando a consumare più calorie del necessario.
Esposizione a questi messaggi e una scarsa conoscenza delle regole alimentari generano cattive abitudini, consolidate dall’assenza di campagne strutturate e continuative.
Nel 2025 sono apparse nuove disposizioni legislative – legge n.149 – che riconoscono l’obesità come malattia e promuovono la prevenzione attraverso alimentazione equilibrata, promozione dello sport nelle scuole e campagne informative per famiglie e studenti. Tuttavia, la traduzione delle raccomandazioni teoriche in pratiche quotidiane è ancora insufficiente e frammentaria.
Le ripercussioni dell’obesità non si limitano alla salute fisica, con un incremento di patologie croniche correlate (diabete, ipertensione, problemi cardiovascolari), ma investono anche la sfera psicologica e sociale. Un’obesità non trattata può portare a isolamento, disturbi dell’umore e difficoltà nei rapporti interpersonali.
Per contrastare l’epidemia di obesità serve un approccio sistemico che coinvolga scuola, famiglia, istituzioni e comunità. Tra le azioni fondamentali:
Una sfida che richiede una responsabilità collettiva, politiche lungimiranti e il coinvolgimento di tutte le parti sociali per costruire un futuro più sano per le nuove generazioni.
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