11 Nov, 2025 - 17:45

In arrivo una "tassa" sull'oro? Perché, a cosa serve, vantaggi e funzionamento

In arrivo una "tassa" sull'oro? Perché, a cosa serve, vantaggi e funzionamento

Negli ultimi giorni si sta sentendo parlare di una possibile tassa sull'oro. Per quanto si legge in giro, il Governo starebbe prendendo in considerazione un nuovo intervento fiscale che riguarderebbe l’oro detenuto dagli italiani, ma limitatamente a lingotti e monete, lasciando fuori i gioielli. 

Si chiama impropriamente tassa, ma di tassa ha poco o nulla. L’intento sarebbe quello di reperire rapidamente nuove entrate, spingendo alla luce una parte della ricchezza privata finora rimasta in ombra.

Una proposta che, però, apre il campo a numerosi dubbi e valutazioni: dalle implicazioni economiche a quelle di principio, non mancano i punti critici su cui sarà necessario interrogarsi.

In questo articolo, vediamo di cosa si tratterebbe e, in generale, analizziamo la questione dell’oro.

Nuova “tassa” sull’oro in arrivo: perché?

Il Governo sta valutando una nuova misura fiscale sull’oro, che prevederebbe un’imposta sostitutiva ridotta, intorno al 18%, in alternativa all’attuale aliquota del 26% sulle plusvalenze.

I possessori di oro fisico - lingotti o monete - avrebbero la possibilità di aggiornare il valore fiscale dei propri beni al prezzo di mercato, pagando un’imposta agevolata una sola volta. 

Così, al momento della vendita, eventuali plusvalenze verrebbero calcolate sul valore aggiornato, anziché sul prezzo d’acquisto originario.

Per lo Stato, la misura rappresenterebbe un modo rapido per ottenere entrate, mentre per i cittadini potrebbe diventare un’opportunità concreta per regolarizzare e valorizzare il proprio oro, beneficiando di una tassazione più chiara e vantaggiosa.

In sostanza, si tratterebbe di una strategia pensata per far emergere ricchezza privata finora “invisibile”, offrendo al tempo stesso un vantaggio reale a chi decidesse di aderire.

A cosa servirebbe la nuova “tassazione”?

L’iniziativa potrebbe compensare l’impatto di provvedimenti meno popolari, come l’aumento della tassazione sugli affitti brevi? Difficile dirlo.

Chi detiene oro potrebbe trarre due vantaggi principali: innanzitutto pagherebbe meno tasse rispetto all’attuale regime fiscale; in secondo luogo, potrebbe aggiornare il valore dei propri beni ai fini fiscali, riducendo così l’onere in caso di futura vendita.

Per lo Stato, invece, la misura garantirebbe entrate immediate, senza dover aspettare che i proprietari decidano di cedere il metallo prezioso.

Si tratta, però, solo di ipotesi e ancora non si comprende bene se questa misura raggiungerà, se approvata, gli obiettivi posti.

Come dichiarare correttamente l’oro da investimento

Chi vende oro da investimento, sia come lingotti che monete, deve dichiarare eventuali plusvalenze nella dichiarazione dei redditi, perché rientrano tra i redditi diversi di natura finanziaria.

La tassazione varia però in base al tipo di oro e alla modalità di vendita: se l’oro è detenuto come investimento, le plusvalenze sono imponibili; se invece si tratta di oro usato o di gioielli, la vendita non genera reddito per il privato, pur restando soggetta alle norme antiriciclaggio.

Oro “in altalena”?

Negli ultimi mesi il prezzo dell’oro è stato molto instabile. Dopo aver raggiunto un massimo storico di oltre 4.380 dollari l’oncia, è crollato, causando una perdita interessante rispetto agli ultimi tempi.

Secondo gli esperti, si tratta di una correzione naturale, dopo un aumento veloce dei prezzi del 25% in appena due mesi. Con il rafforzarsi del dollaro, però, l’impennata dell’oro sembra essersi fermata.

Nuova “tassa” sull’oro: in breve

  • Misura fiscale mirata: l’imposta riguarderebbe solo lingotti e monete, con un’aliquota agevolata intorno al 18%, permettendo ai possessori di aggiornare il valore fiscale dei propri beni;
  • Obiettivi e vantaggi: lo Stato incasserebbe subito entrate, mentre i cittadini potrebbero regolarizzare e valorizzare il proprio oro, pagando meno tasse in futuro;
  • Contesto e criticità: la proposta serve anche a compensare altre misure meno popolari e solleva dubbi economici e politici; inoltre, la vendita di oro resta soggetta a regole fiscali e antiriciclaggio, con il prezzo del metallo molto volatile.
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