L’aumento delle pensioni per il 2026 è ormai una realtà per circa 16 milioni di pensionati, per una spesa complessiva di oltre 13 miliardi di euro, secondo i dati forniti dal Documento Programmatico di Bilancio 2025.
Le risorse finanziarie sono garantite dal Fondo per le politiche previdenziali, in applicazione dell’articolo 1, comma 307, della Legge di Bilancio 2024, che ha previsto un accantonamento progressivo per assorbire l’impatto dell’inflazione e garantire una copertura stabile nel tempo.
E non solo: l’aumento scatterà in automatico per effetto del meccanismo di perequazione, legato all’andamento dei prezzi al consumo.
Un meccanismo previsto dalla normativa - in particolare dall’articolo 34, comma 1, della legge 448/1998, successivamente aggiornato dalla Legge di Bilancio 2024 - che assicura l’adeguamento annuale degli assegni pensionistici al costo della vita.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’INPS, sulla base dei dati diffusi dall’ISTAT, stimano che dal prossimo anno sarà applicata una rivalutazione delle pensioni pari a circa l’1,7%. Ma a quanto ammonta realmente l’aumento delle pensioni e su quali basi viene calcolato dall’INPS?
L’obiettivo della rivalutazione, previsto dalla Costituzione italiana all’articolo 38, è quello di garantire ai pensionati una vita dignitosa, capace di far fronte all’aumento del costo della vita e all’erosione del potere d’acquisto.
La perequazione viene rivalutata ogni anno: è il meccanismo che, dopo i picchi inflazionistici del biennio 2023-2024, ha ritrovato oggi un ritmo più moderato ma costante, in linea con la stabilizzazione economica e il rallentamento dei prezzi.
Come ricordato dall’INPS nella circolare n. 23 del 28 gennaio 2025, anche per il 2026 la perequazione sarà calcolata secondo un criterio progressivo, così articolato:
100% dell’inflazione per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (circa 2.394,44 euro lordi mensili);
90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte il minimo (da 2.394,45 a 2.993,05 euro lordi mensili);
75% dell’inflazione per gli importi superiori a cinque volte il trattamento minimo (oltre 2.993,06 euro lordi mensili).
Secondo le simulazioni pubblicate da Il Sole 24 Ore, la prossima tabella dell’INPS — che dovrebbe essere confermata entro gennaio 2026 — porterà incrementi differenziati in base agli importi percepiti:
una pensione minima che nel 2025 era di 598 euro al mese sarà aumentata di circa 10 euro lordi, arrivando a 608 euro;
una pensione da 1.500 euro lordi otterrà un incremento di circa 25 euro;
chi percepisce 3.000 euro lordi mensili vedrà un aumento di circa 40 euro.
Nel complesso, l’applicazione della perequazione porterà incrementi più contenuti rispetto agli adeguamenti eccezionali del 2024, quando l’inflazione aveva superato il 5%. Tuttavia, per molti pensionati rappresenta un segnale positivo di stabilità e continuità dopo anni di forte incertezza economica.
Nell’elaborazione degli aumenti, la normativa prevede anche una misura straordinaria per le pensioni minime. Come spiegato da LeggiOggi.it, il Governo ha confermato anche per il prossimo anno il provvedimento introdotto con la Legge 197/2022 (Legge di Bilancio 2023).
La misura stabilisce che i pensionati con redditi più bassi hanno diritto a un incremento aggiuntivo, volto a riequilibrare i trattamenti minimi ai livelli di sussistenza previsti dalla Costituzione italiana (articolo 38) e dall’articolo 24 del D.L. 201/2011.
L’INPS, a partire dal prossimo anno, permanendo i requisiti previsti dalla legge, formulerà l’adeguamento dell’indicizzazione ordinaria e straordinaria per i redditi bassi, con una pensione minima che salirà a circa 615 euro lordi.
L’aumento interesserà anche i beneficiari che percepiscono:
l’assegno sociale, che passerà da 534 euro a circa 543 euro;
le pensioni di invalidità civile;
le prestazioni integrate al minimo.
Si tratta di un adeguamento contenuto, che punta principalmente a mantenere la coerenza con l'andamento dell'inflazione, più che contrastare concretamente l'aumento del costo della vita.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *