11 Nov, 2025 - 14:14

Referendum sulla giustizia: se il sondaggio della Ghisleri si avvera, a dimettersi dovrà essere Elly Schlein

Referendum sulla giustizia: se il sondaggio della Ghisleri si avvera, a dimettersi dovrà essere Elly Schlein

Quattro, cinque mesi, il tempo che ci separa dal referendum sulla riforma della giustizia che separa le carriere dei magistrati e cambia le regole del Csm, sono dal punto di vista politico un'eternità. 

In ogni caso, ad oggi, una cosa molto importante si può già dire con certezza: gli italiani, o meglio, la maggioranza degli italiani è ben disposta verso la riforma Nordio.

Dopo trent'anni, i tempi sembrano davvero maturi per approvare una delle riforme di cui più si è parlato nel corso di tutta la Seconda Repubblica.

A svelarlo è stato un sondaggio Only Numbers pubblicato ieri da Alessandra Ghisleri sulla Stampa secondo il quale è già convinto di votare sì il 38%, mentre i no non vanno oltre il 28.

L'area a favore della riforma parte, quindi, con un vantaggio di dieci punti percentuali. La campagna referendaria può essere varata contando di avere il vento in poppa.

Cosa svela il sondaggio sul referendum della giustizia

La rilevazione dell'istituto di Alessandra Ghisleri indica che il 38,9% degli intervistati è favorevole al sì alla riforma Nordio mentre solo il 28,9% è convinto del no.

Questo distacco di dieci punti percentuali è molto significativo. Essenzialmente, per due motivi: il primo è che si dichiara indeciso solo il 17,2% degli aventi diritto al voto. Come dire: la stragrande maggioranza già ha ben chiaro come votare la prossima primavera.

Il secondo motivo, invece, è prettamente politico: ben il 78,8% degli elettori dei partiti di maggioranza sostiene la riforma ed è pronto a votare sì. Dall'altra parte, invece, tra gli elettori del Campo largo, solo il 60,8% opta decisamente per il no, come da indicazione di scuderia.

Una parte minoritaria, ma comunque consistente di elettori del centrosinistra (il 17,7%) è pronto a "tradire" il Campo largo: è aperta a sostenere la proposta governativa.

Certo: l'informazione e la conoscenza dei dettagli della riforma risultano ancora parziali.

Sempre secondo Only Numbers, il 48% si dichiara informato sui contenuti, ma il 52% ammette una scarsa conoscenza. E che la partita si deciderà sul campo della comunicazione sembra poco ma sicuro.

Le reazioni politiche al sondaggio

Ma tant'é: il sondaggio della Ghisleri pubblicato dalla Stampa ha già fatto tirare un bel sospiro di sollievo ai partiti di maggioranza.

Il consenso espresso dai loro elettori viene visto come un ottimo credito per proseguire sulla strada delle riforme.

Mala tempora, invece, per il fronte delle opposizioni, dove molti esponenti sono andati già in apnea rimarcando che solo il 60,8% dei loro elettori è contrario al testo. E dove altri, invece, hanno già detto apertamente che voteranno sì alla riforma.

Meloni o Schlein? Chi dovrà dimettersi?

Nel dibattito, poi, emerge anche la madre di tutte le questioni politiche: Meloni o Schlein, chi delle due leader dovrà dimettersi perdendo la partita del referendum sulla giustizia?

il 62,3% degli elettori delle opposizioni ritiene che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrebbe dimettersi in caso di vittoria del no.

Ma il 48,7% dell'elettorato complessivo si dice contrario alle dimissioni.

Il che dà il segno della spaccatura nella valutazione delle conseguenze politiche del referendum.

Ma, tornando al nostro quesito: chi dovrà dimettersi in caso di sconfitta al referendum? Meloni o Schlein?

Giorgia Meloni e i suoi saranno ben attenti a non politicizzare troppo il referendum: dopo l'esperienza di Matteo Renzi nel 2016, nessuno del centrodestra, nonostante il vantaggio, vuole trasformarlo in un dentro o fuori per la compagine di governo.

Ma, a questo punto, con un margine così ampio di svantaggio da colmare (Salvini è arrivato a pronosticare che alla fine sarà di 20 punti), forse lo stesso dovrebbe fare il centrosinistra di Elly Schlein. Se lo polarizza e politicizza troppo, alla fine, le dimissioni potrebbero essere chieste proprio alla segretaria del Pd, dal Nazareno e dal comando del Campo largo.

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