Si aprono le porte a nuove ipotesi di contribuenti ammessi alla rottamazione quinquies, forse in dirittura d’arrivo.
Entrata nella bozza della Legge di Bilancio 2026, la nuova edizione prevede un periodo di rateizzazione fino a 9 anni, con 54 rate bimestrali di pari importo.
In questo articolo faremo il punto sulla nuova ipotesi e, in generale, ricordiamo come funziona la rottamazione quinquies.
Se ne parla da, ormai, diversi mesi e tra non molto la rottamazione quinquies finirà di essere solo una bozza.
Una proposta che, ancora solo nero su bianco, ha già subito molte modifiche e correzioni. La più recente riguarda una nuova proposta di allargare la platea dei possibili beneficiari anche ai contribuenti che hanno degli accertamenti in corso.
Secondo i primi dati, i contribuenti potenzialmente interessati a questa nuova versione della definizione agevolata sono 16 milioni. Sono da escludere coloro che hanno già aderito alla rottamazione quater che, tra le tante, è ancora in corso.
Gli esclusi dalla rottamazione quinquies, inoltre, sono i contribuenti che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi.
La rottamazione quinquies prevede un periodo di rateizzazione fino a 9 anni per un periodo completo di rateizzazione di 54 quote bimestrali di pari importo.
Per adesso, la scadenza della prima rata è fissata al 31 luglio 2026, mentre le rate successive scadranno con cadenza bimestrale. Quello che si vuole tagliare è un vero e proprio record perché la durata di questa rottamazione non avrebbe eguali nel sistema fiscale italiano.
Aperta a debiti accumulati nel periodo 2000-2023, per adesso riguarderebbe non solo gli avvisi bonari, ma anche i tributi locali.
Tuttavia, per questi ultimi l’ultima parola spetterà ai singoli enti locali o alle Regioni per quanto riguarda le imposte di competenza.
I contribuenti ammessi dovranno presentare, per via telematica, una dichiarazione, entro e non oltre il 30 aprile 2026.
Nella domanda dovrà essere indicato il numero di rate scelto che, come già detto, può arrivare a 54.
A differenza della precedente edizione, è stato introdotto un periodo maggiore di tolleranza. La decadenza dal piano agevolato non scatta subito, ovvero alla prima rata non pagata, ma dopo almeno due rate.
La misura, con tutta probabilità, aspetta ancora qualche ritocco, ma almeno per il momento non è previsto un versamento iniziale obbligatorio: detto altrimenti, un acconto.
La risposa è duplice: da una parte, come sempre, permettere ai contribuenti con debiti che sanare la propria posizione. In questo modo si alleggerirebbe l’impatto sul piano familiare.
D’altra parte, comunque, la rottamazione prolunga l’applicazione degli interessi e aumenta il costo del debito.
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