Lui che una laurea non ce l'ha, ma che comunque è arrivato molto in alto nella sua carriera professionale, dice che dei laureati e dei professoroni spesso è meglio non fidarsi.
Lui è Alessandro Sallusti, direttore del Giornale. E quanto sopra l'ha specificato oggi nel suo editoriale in prima pagina intitolato emblematicamente "Meglio ignoranti che in mala fede".
Secondo Sallusti, nelle ultime ore, si sono dimostrati tali tre laureati: Massimo Gramellini, Marco Travaglio e Nicola Gratteri.
Da nessuno di questi tre comprerebbe un'auto usata. Leggere per credere.
Leggendo Alessandro Sallusti questa mattina, viene da chiedersi se Massimo Gramellini, Marco Travaglio e Nicola Gratteri ci siano o ci facciano.
Nel senso che sono tutti e tre uomini con un'alta formazione, si tratta di tre laureati. Ma tutti e tre offrono un cattivo servizio alla collettività. I primi due da giornalisti, il terzo da magistrato.
Ma perché Sallusti oggi ce l'ha con loro?
Perché avverte che non c'è da fidarsi di quello che scrivono, dicono o fanno?
Per tre episodi che il direttore del Giornale ha snocciolato nel suo articolo.
Il primo episodio che Sallusti ricorda è quello che vede protagonista Massimo Gramellini, il corsivista del Corriere della Sera nonché conduttore televisivo su La7.
Ieri, si è occupato del caso di Francesca Verdini, la compagna del ministro Salvini. Quest'ultima ha avuto modo di lamentarsi degli insulti che riceve continuamente sui social. Ma Gramellini, anziché difenderla, l'ha colpita con un tocco di sarcasmo.
A questo punto, Sallusti si è chiesto se questo trattamento l'avrebbe ricevuto anche una donna di sinistra. Anzi, della sinistra woke:
Sallusti, quindi, ha chiuso il capitolo Gramellini non mancando di sottolineare che il giornalista del CorSera è un laureato.
Sallusti, poi, è arrivato al fatto che sta caratterizzando questa settimana politica: le false interviste diramate dal Fatto Quotidiano (e da altri siti minori) di Falcone e Borsellino contro la separazione delle carriere.
Il direttore del Giornale, quindi, ha preso di mira il laureato Marco Travaglio, che pure ieri aveva posto le sue scuse ai lettori:
Alessandro Sallusti, poi, non poteva non completare l'opera citando la gaffe (?) del super dottore Procuratore di Napoli Nicola Gratteri che a DiMartedì, volendo supportare la sua tesi per il no alla riforma Nordio, ha letto un'intervista fake a Giovanni Falcone:
Sallusti non ha potuto non constatare che se fa così anche le indagini siamo fritti.
Ma il punto vero che ha sollevato è che non si capisce se i vari dottori Gramellini, Travaglio e Gratteri ci sono o ci fanno.
Nel dubbio, lui non comprerebbe mai un'auto usata da nessuno dei tre.
La conclusione cui è giunto Sallusti è questa: è vero che l'Italia rimane un Paese con pochi laureati e dove si legge poco. Ma se anche i laureati si comportano come Gramellini, Travaglio e Gratteri, allora davvero c'è solo una via d'uscita:
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