15 Nov, 2025 - 17:01

 TFR statali: attesa breve, costo certo. Come perdere 750€ senza saperlo

 TFR statali: attesa breve, costo certo. Come perdere 750€ senza saperlo

I lavoratori statali hanno qualcosa in comune: rischiano di perdere 750 euro sulla liquidazione senza saperlo. O meglio, non tutti sono consapevoli che il nuovo dibattito al centro della Manovra 2026 ruota proprio attorno alla modifica dei TFR statali.

La liquidazione, una ricchezza maturata mese dopo mese nel corso della vita lavorativa, quando riguarda la Pubblica Amministrazione assume una natura particolare: è un diritto certo, ma soggetto a un percorso di erogazione complesso, regolato da tempi che storicamente hanno generato attese lunghe e ricorsi continui.

Il tentativo di correggere questa lentezza ha portato la maggioranza politica a intervenire sulle tempistiche, proponendo un anticipo della finestra di pagamento.

Tuttavia, dietro l’idea di ridurre i tempi - presentata come un miglioramento - si nasconde una conseguenza economica non immediata, che molti dipendenti potrebbero scoprire soltanto quando riceveranno la liquidazione.

È l’effetto della mancata detassazione TFR prevista dalla normativa precedente. La domanda allora è inevitabile: quanto incide veramente questa modifica e cosa comporta?

TFR statali: la finestra di attesa più breve costa 750 euro sulla liquidazione

La Manovra 2026 introduce un emendamento che interviene direttamente sul modello di liquidazione dei dipendenti pubblici, riducendo la finestra per la prima rata del TFR/TFS dai tradizionali 12 mesi ai nuovi 9 mesi.

La misura riguarda i pensionamenti per limiti di età o servizio e nasce con l’obiettivo dichiarato di velocizzare i tempi, considerati da anni uno dei principali nodi irrisolti del pubblico impiego.

Tuttavia, come ha segnalato Il Sole 24 Ore, questo anticipo determina un effetto economico rilevante.

Infatti, scendendo sotto i 12 mesi, viene meno uno dei requisiti necessari per applicare la detassazione introdotta dal decreto-legge 4/2019, che prevedeva una riduzione dell’IRPEF dell’1,5% fino a 50.000 euro di TFR/TFS quando la liquidazione veniva erogata almeno un anno dopo l’uscita dal lavoro.

Secondo le analisi del Corriere della Sera, questo beneficio fiscale - seppur poco conosciuto - valeva in media circa 750 euro per molti dipendenti pubblici. La riduzione dei tempi di attesa impedisce ora di maturarlo, abbassando l’importo netto della liquidazione.

Il risultato è un cambiamento sorprendente: una misura pensata per semplificare la vita del lavoratore si trasforma in un meccanismo che, di fatto, riduce la sua liquidazione finale.

Come l’anticipo incide sulla liquidazione dei dipendenti pubblici e sul TFS

È importante precisare che la modifica non taglia l’importo lordo del TFR, ma elimina il vantaggio fiscale previsto per chi attendeva almeno 12 mesi.

In concreto:

  • la liquidazione arriva tre mesi prima,

  • ma proprio per questo motivo non può beneficiare della detassazione,

  • e l’importo netto diminuisce di circa 750 euro, cifra che varia a seconda della posizione economica del dipendente.

Il Governo, con questa operazione, ottiene un risparmio fiscale significativo, stimato da più fonti giornalistiche in oltre 22 milioni di euro considerando la platea interessata. Per i lavoratori, invece, l’anticipo diventa un vantaggio solo apparente: la somma arriva prima, ma è più bassa rispetto alle aspettative.

Il termine “beffa normativa”, utilizzato da alcuni osservatori e sindacati, deriva proprio da questa contraddizione: un beneficio che, accelerando i tempi, ne annulla un altro.

Liquidazione statale: l’effetto economico che emerge solo al momento del pagamento

Secondo le stime delle organizzazioni sindacali - che rappresentano comunque valutazioni di parte - la perdita complessiva per il personale potrebbe raggiungere decine di milioni di euro nel primo anno di applicazione della misura.

La riduzione colpisce in misura particolare i dipendenti con un TFR/TFS fino a 50.000 euro, soglia sulla quale era calcolato lo sconto dell’1,5%.

Il rischio più grande è che molti lavoratori scoprano la differenza solo al momento dell’erogazione, quando si renderanno conto che la liquidazione è più bassa di quanto avessero previsto durante la carriera. In questo senso l’effetto dell’anticipo è meno immediato e più sottile: non si nota subito, ma incide concretamente sul risultato finale.

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