Il dibattito è utile. Le bufale, le fake news, no. Elementare per Watson. Ma non per l'Associazione Nazionale Magistrati che oggi ha diffuso una nota a difesa di Nicola Gratteri, il Procuratore capo di Napoli, testimonial del fronte del no in vista del referendum sulla riforma della magistratura.
Sui social, mentre il diretto interessato caccia via i giornalisti sgraditi (è capitato a Giorgia Mennuni di "Quarta Repubblica"), questa mossa ha già suscitato un vespaio di polemiche.
C'è chi la giudica come una solidarietà come tante altre. Chi, invece, come l'ennesimo atto di una casta che si crede intoccabile e che si chiude a riccio quando c'è da difendere uno dei suoi. Anche quando c'è da difendere l'indifendibile. Anche se il "socio" ha sostenuto cose evidentemente false. E per le quali, alcuni non certo abituati a rivedere le proprie posizioni, hanno chiesto finanche scusa.
Per dirla con il giornalista David Allegranti, ci vuole fegato. Ma il sindacato dei magistrati, dopo aver rifiutato un dibattito televisivo con il ministro Nordio (il promotore della riforma) per paura di essere visto come un soggetto politico, ha preso carta e penna e messo agli atti quanto segue:
Beh, se si "arricchisce il dibattito" inventando delle interviste a Giovanni Falcone...
E quindi: siamo davvero al colmo. Tanto per citare un altro giornalista, Luciano Capone:
Capone ha concluso il suo commento sottolineando che "è la memoria di Giovanni Falcone che "merita rispetto", non chi la manipola e strumentalizza per i propri obiettivi politici e corporativi".
Elementare per Watson. Ma non per tutti.
Eppure Nicola Gratteri si è dimostrato recidivo. Non ha sbagliato solo una volta.
Dopo aver citato a sproposito Giovanni Falcone (la cui posizione a favore della separazione delle carriere dei magistrati è arcinota anche ai non addetti ai lavori), "invece di scusarsi e basta", citando questa volta l'editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito, ha continuato imperterrito ad inquinare i pozzi del confronto attorno al prossimo referendum.
Il magistrato più mediatico d'Italia, infatti, ha dato un'intervista all'Ansa condita da un'altra bufala. Sempre sul povero Falcone.
E Polito ha raccontato quanto accaduto così:
ha fatto presente il giornalista del CorSera.
E comunque: per l'Anm e Gratteri, evidentemente, il confronto sul prossimo referendum sulla riforma della magistratura si fa anche cacciando via in malo modo anche i giornalisti non graditi.
Nel caso specifico, è accaduto a Giorgia Mennuni di "Quarta Repubblica", la trasmissione di approfondimento politico condotta da Nicola Porro su Rete 4.
Chissà se a tal proposito arriverà un'altra nota di solidarietà da parte dell'Anm.
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