La Serie B non torna, irrompe. Dopo la sosta per le nazionali, il campionato più indecifrabile d’Europa si rimette in moto con una 13ª giornata che sa di spartiacque: in vetta c’è chi sogna la fuga, alle spalle chi scalpita per agganciare il treno delle grandi, mentre sul fondo il margine d’errore è ormai ridotto a zero.
Alla vigilia della 13ª giornata il quadro è chiaro: Monza, Modena, Cesena e Frosinone si contendono il primo posto a distanze minime, Venezia e Palermo inseguono col fiato sul collo, dietro un gruppo folto oscilla tra ambizioni e paure.
E per tre club — Spezia, Pescara, Sampdoria — questa non è una giornata: è un bivio. Il primo si apre nel catino di passione, quello del Ceravolo di Catanzaro.
Venerdì sera, Calabria accesa. Catanzaro 15 punti, Pescara appena otto e una classifica che pesa come cemento. L’aria è di quelle delle grandi occasioni: da una parte chi vuole rientrare a pieno titolo nella corsa playoff, dall’altra una squadra che deve scegliere se salvarsi o naufragare.
Nuovo tecnico in panchina per il Pescara, entusiasmo da ritrovare per i giallorossi. Sembra la partita ideale per indirizzare il weekend… o per rovinarlo.
Sono le partite delle 15 a definire la temperatura emotiva del campionato. Avellino–Empoli, Carrarese–Reggiana, Entella–Palermo: tutte squadre divise da un soffio, tutte sul filo tra sogni e preoccupazioni.
È il blocco più denso, quello in cui una vittoria vale ossigeno, un passo falso può far scivolare di 5–6 posizioni.
Ma è al tramonto che l’adrenalina sale. Padova–Venezia (ore 17:15) è una sfida tra identità calcistiche opposte: il Padova che costruisce, il Venezia che affonda come un coltello caldo nel burro appena vede campo davanti. Una gara dal retrogusto di alta classifica.
Sabato sera, luci dello stadio accese e occhi puntati sulla Puglia. Il Bari in casa non sbaglia quasi mai, ma il Frosinone è la squadra che più somiglia a una corazzata in questo campionato: solida, matura, concreta.
I biancorossi vogliono trasformare una stagione incerta; i ciociari vogliono mandare un messaggio al resto del torneo: noi ci siamo, e non ci togliete dai giochi per la A.
Mantova–Spezia è battaglia per la sopravvivenza, con più cardiopalma che qualità. Ma i riflettori si spostano subito su Modena–Südtirol: il Modena è l’anticandidata al titolo, quella che nessuno mette al primo posto ma che continua a vincere, rosicchiare punti, scalare la classifica fino ad arrivare a –1 dal Monza.
Una vittoria potrebbe significare una cosa molto semplice: sorpasso, vetta, sogni giganti.
La partita della verità. Prima contro terza, 26 contro 23 punti. Due filosofie, due ritmi, due idee di calcio. Monza squadra più equilibrata del campionato; Cesena la più spietata in trasferta.
È una partita che pesa più di tre punti: se vince il Monza, si crea una crepa tra prima fascia e inseguitrici. Se vince il Cesena, si riscrive la geografia del torneo.
Un big match che profuma di Serie A e che dovrebbe essere visto anche da chi tifa altro.
Sampdoria–Juve Stabia chiude la giornata, e non è un posticipo qualunque. La Samp fanalino di coda, una sola vittoria in 12 partite, e una piazza che soffre. La Juve Stabia invece è la rivelazione: compatta, aggressiva, sorprendentemente matura.
La domanda che tutti si fanno è semplice: rivedremo la Sampdoria? La risposta passa da questa partita.
Perché non è solo una ripresa dopo la sosta — è una ripartenza decisiva.
Perché non è un turno normale — è un turno in cui ogni partita ha qualcosa da perdere e qualcosa da guadagnare. Perché non stabilirà il destino del campionato — ma potrebbe indicarne la direzione.
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