Un aumento medio di 491 euro per i medici. Siglata l'ipotesi del nuovo contratto della dirigenza medica, che introduce una delle novità da tempo attese nel Sistema sanitario nazionale. Secondo i dati diffusi da ARAN, il futuro di oltre 137mila professionisti si lega a un provvedimento pensato per accompagnare l’impegno quotidiano del personale sanitario e ridisegnare sia la struttura retributiva sia alcune parti dell’organizzazione del lavoro, aprendo una fase di transizione che anticipa già il prossimo ciclo contrattuale.
Il nuovo contratto, previsto nel quadro normativo del D.Lgs. 165/2001 e dei CCNL dell’Area della Dirigenza Medica e Sanitaria, delinea l’aumento dello stipendio salariale.
Come ricostruito da Il Sole 24 Ore, l’aumento medio di 491 euro lordi mensili è costituito dall’adeguamento dello stipendio tabellare e dal potenziamento dei fondi aziendali destinati alla retribuzione accessoria.
Di cosa si tratta? Secondo quanto comunicato dalle fonti istituzionali, è un provvedimento che coinvolge circa 120mila medici dirigenti e circa 17mila dirigenti sanitari non medici, per un totale di 137mila professionisti. L’impatto economico complessivo è stato stimato in oltre un miliardo di euro.
L’obiettivo, come evidenziato dalle analisi tecniche, è quello di favorire l’aggiornamento dello stipendio tabellare “puro”, che corrisponde a un importo pari a circa 230 euro mensili, mentre la restante parte dei 491 euro deriva dal rafforzamento dei fondi per incarichi, condizioni di lavoro e risultato.
E così, dopo la quantificazione dell’importo spettante per adeguamento salariale, vengono riconosciuti anche gli arretrati.
Secondo quanto riportato da ANSA, l’importo medio riconosciuto ai professionisti si aggira intorno ai 6.500 euro, riferiti al periodo 2022-2024. La decorrenza economica effettiva degli aumenti scatta dal 1° gennaio 2024, mentre la fase di erogazione dipenderà dai tempi applicativi delle singole aziende sanitarie.
La nuova transazione economica è stata pensata per fronteggiare le diverse criticità emerse negli ultimi anni nella gestione sanitaria.
Come confermato dalle sintesi contrattuali diffuse da ARAN, tra gli obiettivi raggiunti vi è quello di garantire maggiori tutele contro le aggressioni al personale sanitario.
Difatti, nel nuovo contratto viene garantito il patrocinio legale, il sostegno psicologico e la possibilità per le aziende di attivare coperture assicurative specifiche.
Ancora, la revisione coinvolge anche il capitolo delle responsabilità professionali, secondo quanto emerge dalle note tecniche del contratto, con soluzioni che prevedono modifiche alla struttura della retribuzione di posizione fissa, con incrementi differenziati a seconda del ruolo e dell’incarico ricoperto.
Come ha sottolineato Quotidiano Sanità, il tema più delicato resta la gestione interna. Stando alle sezioni dedicate del contratto, la responsabilità di divisione prevede un obbligo aziendale nell’organizzazione del piano ferie entro il primo quadrimestre, un riposizionamento dei ruoli pensato per contrastare l’accumulo di giorni non goduti e migliorare l’equilibrio dei turni.
Viene inoltre rafforzata la parte economica legata agli incarichi professionali, secondo quanto indicato nelle sintesi ufficiali, con una revisione dei valori riconosciuti ai dirigenti neoassunti, ai responsabili di struttura semplice e fino ai direttori di struttura complessa. Si tratta di una misura che punta a valorizzare i percorsi di carriera e ridurre le disomogeneità territoriali.
Non meno rilevante è il tema delle condizioni operative, soprattutto nei reparti più sotto pressione. Sebbene il contratto segni un progresso, restano irrisolti i nodi legati ai carichi di lavoro e alla carenza di personale, in particolare nei pronto soccorso.
La firma del contratto non ha trovato il consenso di tutte le sigle: come dichiarato ufficialmente da FP Cgil Medici e Fassid, l’intesa è stata rifiutata ritenendo gli aumenti insufficienti rispetto all’inflazione e giudicando assente una revisione profonda dell’organizzazione del lavoro.
Altri sindacati, invece, secondo quanto riportato da più testate, hanno accolto il rinnovo come un passo avanti dopo anni di stallo. Ora l’attenzione si sposta al contratto 2025-2027, su cui ARAN ha già avviato i primi passaggi.
La prossima trattativa, come anticipato dagli organi negoziali, dovrà affrontare temi strutturali come carriere, turni, specialità in sofferenza ed emergenza-urgenza, trasformando questo rinnovo in un reale punto di ripartenza per il sistema sanitario.
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