È da diverse settimane che mi ritrovo a un punto cruciale del mio lavoro, sentendomi come se avessi smarrito anche l’ultimo briciolo di entusiasmo che mi rimaneva nei confronti della critica cinematografica. Non fraintendetemi, il cinema ha rappresentato da sempre una delle mie più grandi passioni e credo che rimarrà così finché campo. Eppure, se di mestiere ti occupi di questo e ogni settimana ti tocca guardare una decina di film, è inevitabile possedere una visione ben più ampia dello spettatore medio. E, al netto delle cose, è innegabile che in questo preciso momento la maggior parte delle pellicole che passano al vaglio del mio giudizio mi risultino quasi tutte senz’anima.
Credetemi, per chi ama il cinema a tal punto averne fatto una ragione di vita, è doloroso come un proiettile che rapidissimo ti strappa le carni per attraversarle di prepotenza. Ma, di qualunque genere si tratti, dalla storia più drammatica a quella più divertente, sono proprio pochi i film che nel corso del 2025 mi hanno davvero colpita. Il che mi ha sorpresa duramente, perché il 2024 è stato un anno ricco di lungometraggi splendidi che mi avevano fatto ben sperare in una rapida ripresa di un settore in crisi da tempo. Pare che l’attuale capacità di emozionare attraverso il grande schermo sia proporzionale al grado di interesse dell’essere umano medio, ormai inghiottito da contenuti di bassa lega, pubblicati sui vari canali social, e dalla necessità di apparire in prima persona, a discapito di qualunque interesse culturale.
Prendiamo, ad esempio, gli horror: a parte Weapons di Zach Cregger e pochi altri titoli recenti, a ogni nuova pellicola che guardo non posso fare a meno di pensare a quanto siano lontani gli anni dei capolavori del terrore che hanno letteralmente scritto un capitolo importantissimo della cinematografia mondiale. Ecco, io non so se Chris Stuckmann già mentre creava la sceneggiatura di Shelby Oaks, il suo lungometraggio d’esordio, fosse cosciente che ne sarebbe uscito un prodotto insulso, che sarebbe andato a sommarsi a una lunghissima lista di altri horror facili da dimenticare (e che forse è doveroso dimenticarsi?). Il dubbio mi è venuto quando lui stesso ha dichiarato che come critico non avrebbe voluto più pubblicare recensioni negative o brutali, avendo capito quanto sia difficile dirigere un film. O forse non è che, conoscendo bene le lacune del suo soggetto non così solido, è stato colto dalla paura preventiva di ricevere giudizi negativi?
Al centro della narrazione c’è Mia (Camille Sullivan), che sta cercando la sorella minore Riley (Sarah Durn), scomparsa in circostanze misteriose dodici anni prima. Riley, insieme ad altri colleghi, faceva parte di un gruppo di YouTuber investigatori per un podcast chiamato “Paranormal Paranoids”. Ebbene, durante un sopralluogo in una prigione abbandonata nella cittadina fantasma di Shelby Oaks, sono scomparsi tutti senza lasciare traccia. Mia, dopo aver ritrovato una vecchia videocassetta che riprendeva gli attimi precedenti alla sparizione della sorella, deciderà dunque di recarsi a Shelby Oaks per investigare da sola.
Horror soprannaturale a metà tra il found footage e il mockumentary, il debutto alla regia di Stuckmann non si contraddistingue affatto per originalità. Basti pensare a The Blair Witch Project e a tutto il filone successivo di scopiazzature di scarso valore. Ma questi film sono mai piaciuti a qualcuno? Perché, a giudicare dal voto medio dei critici, pare di no. Tornando al primo lungometraggio di Stuckmann, sono davvero pochi i punti di pregio: il ritmo è molto lento, per non dire soporifero; la recitazione non è pessima, ma neanche degna di nota; la sceneggiatura, come già detto, è prevedibile e banale. L’unica caratteristica che a tratti ho trovato positiva è il livello di tensione, con picchi inaspettati che fanno saltare sulla sedia.
Penso inoltre che l’esordiente regista abbia voluto mirare su ciò che al momento sembra essere l’unica cosa capace di destare attrattiva nella maggioranza delle persone, ovvero il true crime. Ma se dall’inizio ti concentri sul tentativo di voler vincere facile e non sullo spessore della storia, il rischio che si corre è quello di scivolare comunque. E difatti è andata proprio così.
Shelby Oaks è stato presentato in anteprima mondiale al Fantasia International Film Festival il 20 luglio 2024 e distribuito nelle sale statunitensi a partire dal 24 ottobre 2025 e in quelle italiane dal 19 novembre 2025. In conclusione, se da un lato è vero che il cinema sembra ormai destinato tristemente a estinguersi e abbiamo bisogno di più opere possibili per tentare di farlo sopravvivere, ci è poi così utile sfornare decine di pellicole mediocri o addirittura scarse? In questo modo non rischiamo forse di dargli il colpo di grazia, allontanando ulteriormente lo spettatore? Per Shelby Oaks: 2,4 stelle su 5.
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