03 Dec, 2025 - 20:30

Violentò una 17enne sul vagone di un treno a Bologna: condannato in appello dopo 8 anni

Violentò una 17enne sul vagone di un treno a Bologna: condannato in appello dopo 8 anni

Era stato assolto in primo grado, ma il verdetto è stato ribaltato in appello. Dhabi Amine è accusato di aver violentato, il 3 novembre 2017, una ragazza all'epoca 17enne all'interno di un vagone di un treno fermo alla stazione di Bologna.

Il 32enne, a distanza di otto anni dai fatti, è stato condannato, come riportano le principali testate nazionali. La vicenda fece particolarmente scalpore perché un prete bolognese pubblicò un lungo post su Facebook, affermando che la vittima "se l'era cercata". 

Violentò una 17enne a Bologna nel 2017: condannato dopo otto anni

Dhabi Amine, cittadino marocchino oggi 32enne, è stato condannato in Appello a quattro anni e due mesi di reclusione. La Procura generale, con la pg Silvia Marzocchi, ne aveva chiesti sette, evidenziando lo stato di incapacità della vittima a esprimere il proprio consenso. La ragazza, infatti, la sera del presunto stupro aveva assunto alcol e droga e, secondo alcuni testimoni, era fuori di sé.

L'avvocato Alessandro Cristofori, difensore dell'imputato, aveva invece chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove.

Nel 2019, in primo grado, Dhabi Amine venne assolto con la "formula dubitativa", utilizzata quando non può essere dimostrata, oltre ogni ragionevole dubbio, la colpevolezza dell'imputato.

La violenza in stazione

Secondo quanto ricostruito, la 17enne fu avvicinata in piazza Aldrovandi da tre uomini, uno dei quali era Amine, che poi le sottrasse il cellulare. Con la scusa di recuperarlo, affermando che le era stato rubato da un suo amico, la convinse a recarsi in stazione con lui.

Qui, in un vagone del treno, per l'accusa l'uomo la violentò, approfittando del suo stato alterato. La mattina dopo, svegliatasi seminuda, fu la stessa vittima a denunciare l'accaduto.

Le polemiche

Il religioso, che nel suo post su Facebook intervenne sul caso, criticò il comportamento della ragazza, affermando di non provare pietà per lei. "Eri ubriaca, te la sei cercata" sosteneva il prete. In seguito alla bufera scoppiata a causa delle sue parole, dopo qualche giorno chiese scusa.

virgolette
Spero che questa decisione possa essere utile anche per altre vittime di violenza inascoltate e non credute e credo che, pur a distanza di tanti anni, sia un risultato importante, in un momento storico come questo

ha affermato la madre della ragazza, come riporta la tv locale ÈTv Rete 7.

 

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