04 Dec, 2025 - 15:30

Sanatoria edilizia 2026: cosa cambia con il ddl Salvini e perché divide la politica

Sanatoria edilizia 2026: cosa cambia con il ddl Salvini e perché divide la politica

Oggi, 4 dicembre 2025, il Consiglio dei Ministri discute il disegno di legge delega presentato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, finalizzato alla riforma del Testo Unico dell'Edilizia (TUE).

L’obiettivo è semplificare le procedure burocratiche, digitalizzare il settore e introdurre strumenti come il silenzio-assenso e una sanatoria agevolata per gli abusi edilizi storici.

Salvini ha sottolineato come la riforma rappresenti una risposta necessaria al blocco amministrativo che negli ultimi anni ha rallentato investimenti e progetti di riqualificazione urbana.

Il ddl punta inoltre a rafforzare i controlli e a garantire maggiore certezza giuridica, elementi ritenuti essenziali per attrarre capitali privati e rilanciare il comparto edilizio italiano.

Cosa prevede la riforma dell'edilizia e chi beneficia della sanatoria

La delega affida al governo il compito di redigere, entro 12 mesi, un nuovo codice dell’edilizia che raccolga norme uniformi e aggiornate in materia di titoli autorizzativi, oneri, controlli e sanzioni.

L’introduzione del silenzio-assenso e la digitalizzazione delle procedure mirano a ridurre drasticamente i tempi di rilascio delle autorizzazioni, rendendo il sistema più semplice e trasparente per cittadini, imprese e professionisti.

Uno dei punti più discussi è la sanatoria degli abusi edilizi “storici”, cioè realizzati prima del 1° settembre 1967, data di riferimento della legge ponte sull’urbanistica. La proposta punta a semplificare la regolarizzazione di queste difformità, con sanzioni proporzionate e iter più rapidi, per evitare lungaggini giudiziarie che hanno finora bloccato molte pratiche.

Il Mit, tuttavia, ha precisato in una nota che la legge delega "non interviene in alcun modo sugli abusi del passato".

Il ddl prevede inoltre misure di incentivo agli investimenti in efficientamento energetico e sicurezza sismica, ritenuti fondamentali per rilanciare il settore e migliorare il patrimonio edilizio nazionale.

Silenzio-assenso: come funziona e quali garanzie prevede

Il meccanismo del silenzio-assenso è uno dei cardini della riforma. In sostanza, se entro un termine prestabilito l’ente pubblico non risponde a una richiesta di titolo edilizio o di sanatoria, la domanda si considera automaticamente approvata.

Il principio si applica a nuove costruzioni, ampliamenti e regolarizzazioni di abusi edilizi, con l’obiettivo di sbloccare iter spesso paralizzati da ritardi o inadempienze della pubblica amministrazione.

Il silenzio-assenso è tuttavia accompagnato da verifiche successive: in caso di mancata risposta, interviene un livello superiore di controllo amministrativo che può annullare la procedura in presenza di irregolarità gravi. L’intenzione è garantire certezza dei tempi senza rinunciare alla legalità.

Questa innovazione viene vista come un passo decisivo per modernizzare un sistema da tempo appesantito dalla burocrazia e per ricostruire la fiducia nel settore edilizio, spesso rallentato proprio dagli enti preposti al controllo.

L’attacco delle opposizioni e la difesa del centrodestra

La riforma dell’edilizia targata Salvini, in discussione oggi in Consiglio dei Ministri, ha acceso un forte confronto tra maggioranza e opposizione: da un lato c’è chi la considera una svolta necessaria, dall’altro chi la denuncia come un condono mascherato.

Nella maggioranza, Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia apprezzano il provvedimento, definendolo un passo epocale per sbloccare l’economia e rilanciare il settore delle costruzioni, frenato da una burocrazia giudicata soffocante.

Salvini ha definito la misura "non più differibile" per uniformare norme oggi frammentate tra Stato e Regioni.

virgolette
Tutto quello che semplifica la vita dei cittadini ben venga. Bene è un testo semplificato sull’edilizia, una visione urbanistica e di edilizia liberale la sposeremo sempre. Non chiamiamo condoni, piccole sanatorie di situazioni pregresse,

dichiara il deputato di Forza Italia, Alessandro Cattaneo.

Durissima invece la reazione dell'opposizione.

Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) attacca definendo il ddl "il condono in Consiglio dei Ministri".

Sulla stessa linea Pd e M5s, che contestano l’assenza di fondi concreti per il piano casa e denunciando possibili rischi ambientali, richiamando tragedie idrogeologiche del passato.

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