05 Dec, 2025 - 14:01

Pronta l'approvazione di una nuova legge elettorale? Spunta un documento, cosa bolle in pentola

Pronta l'approvazione di una nuova legge elettorale? Spunta un documento, cosa bolle in pentola

Il dibattito sulla riforma della legge elettorale fa un salto di qualità: è spuntato, infatti, un report che doveva rimanere riservato della maggioranza di centrodestra che valuta tre ipotesi in vista delle elezioni politiche del 2027.

L'obiettivo di massima è sempre quello di garantire stabilità al governo.

E il documento, curato dagli uffici parlamentari di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, privilegia un sistema proporzionale con premio di maggioranza del 55% dei seggi alla coalizione che supera il 40% dei voti, eliminando i collegi uninominali del Rosatellum.

Quest'ultima mossa, va da sè dopo le elezioni in Puglia e Campania, servirebbe anche per arginare l'opposizione: in proiezione, il centrosinistra ha guadagnato terreno negli uninominali, spingendo la maggioranza a cercare un modello che eviti "grandi rischi" di frammentazione.​

Le nuove regole della legge elettorale, cosa bolle in pentola

Il report, intitolato "Analisi legge elettorale 2027", delinea tre scenari: il mantenimento del Rosatellum attuale, giudicato instabile; una variante del Tatarellum regionale con listino di coalizione e candidato premier indicato, scartata per tensioni interne; e il proporzionale puro con maxi-premio, soglia al 3% per partiti coalizzati o singoli, e collegi plurinominali simili al Rosatellum.

Quest'ultimo modello assegnerà il 55% dei seggi alla coalizione vincente oltre il 40%, assicurando una maggioranza schiacciante alla Camera e almeno 29 seggi extra al Senato, legato alle basi regionali.

L'obiettivo è legare la riforma al premierato costituzionale, indicando il candidato premier sulla scheda per rafforzare la governabilità senza modifiche che potrebbero essere valutate dalla Corte incostituzionali.​

E la proposta, per il centrodestra, mira a superare i rischi del Rosatellum, dove simulazioni basate sulle Regionali assegnerebbero all'opposizione 55 uninominali contro 89 del centrodestra, invertendo il risultato del 2022.

Per il resto, non sono emersi dettagli su preferenze o voto disgiunto, ma il focus resta su liste bloccate per coalizioni stabili.​

Le posizione dei vari partiti

Fratelli d'Italia spinge con forza il proporzionale con premio al 55%, vedendolo come "premierato di fatto" per il 40% dei voti, con esponenti come Giovanni Donzelli e Lucio Malan che insistono sulla stabilità soprattutto nel post-Regionali.

Forza Italia appoggia il proporzionale ma con premio di maggioranza, preferendo evitare listini coalizionali; Raffaele Nevi lo definisce necessario per "evitare papocchi dopo il voto", pur restio sull'indicazione del premier.

La Lega, infine, mostra scetticismo, volendo valorizzare i collegi uninominali per il radicamento territoriale emerso in Veneto.​

Sull'altro fronte, nel centrosinistra, il Pd di Elly Schlein valuta proposte serie in Parlamento ma critica il premierato come "presupposto sbagliato", accusando il governo di risolvere i suoi problemi più che quelli degli italiani.

Il M5S, invece, apre al proporzionale puro ed è contrario al Rosatellum.

 

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