La nuova Supermedia YouTrend per AGI fotografa uno scenario politico in lieve movimento, ma con alcune tendenze significative che potrebbero incidere sugli equilibri futuri.
La rilevazione aggiornata alle variazioni rispetto al 20 novembre evidenzia una flessione del partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, che scende al 29,9% (-0,5), mentre il Partito Democratico consolida un trend positivo, salendo al 22,1% (+0,4).
Il Movimento 5 Stelle registra un incremento minimo (12,5% +0,1), mentre in area di governo la Lega cresce al 8,5% (+0,3) e Forza Italia arretra di un decimo, fermandosi al 9,0%.
Nel centrosinistra, Alleanza Verdi e Sinistra sale al 6,5% (+0,1), mentre Azione continua a perdere terreno (3,1% -0,2). Stabili Italia Viva (2,6%) e +Europa (1,6%), mentre Noi Moderati registra un calo all’1,0% (-0,2).
Il quadro mostra una coalizione di governo ancora in netto vantaggio, ma con dinamiche interne contrastanti e un centrosinistra più tonico. La domanda che molti osservatori si pongono è chi sarebbe davvero favorito se si votasse oggi.
La fotografia della Supermedia conferma che il centrodestra mantiene una posizione dominante nel panorama politico italiano, ma non senza segnali che meritano attenzione.
Il dato più evidente è il calo di Fratelli d’Italia, che pur restando nettamente il primo partito del Paese, passa dal 30,4% al 29,9%, perdendo mezzo punto. Una flessione che non compromette la leadership di Giorgia Meloni, ma che indica un possibile consolidamento dopo mesi di grande stabilità.
La Lega guadagna tre decimi, portandosi all’8,5%, confermando una timida ripresa dopo un periodo particolarmente difficile. Il partito di Salvini beneficia forse di una maggiore visibilità mediatica su temi identitari e sicurezza, ma resta lontano dai livelli del passato.
Forza Italia, guidata da Antonio Tajani, perde un decimale e scende al 9,0%. Un dato che indica stabilità complessiva, ma che evidenzia una competizione interna sempre più serrata con la Lega per la seconda posizione nella coalizione.
Nel complesso, il centrodestra continua a godere di un vantaggio netto, grazie soprattutto alla solidità di FdI e alla capacità della coalizione di presentarsi unita nonostante differenze interne. Tuttavia, il leggero arretramento del partito principale potrebbe aprire una fase di competizione più dinamica.
???? #Supermedia Youtrend per @Agenzia_Italia dei sondaggi sulle intenzioni di voto (e variazione rispetto al 20 novembre):
— Youtrend (@you_trend) December 4, 2025
FdI 29,9% (-0,5)
PD 22,1% (+0,4)
M5S 12,5% (+0,1)
FI 9,0% (-0,1)
Lega 8,5% (+0,3)
AVS 6,5% (+0,1)
Azione 3,1% (-0,2)
IV 2,6% (=)
+E 1,6% (=)
NM 1,0% (-0,2) pic.twitter.com/geQGSn28Fp
Sul fronte opposto, il Partito Democratico è il protagonista del momento. Con un incremento di +0,4, il PD sale al 22,1%, consolidando il proprio ruolo di principale alternativa al governo.
Il rafforzamento potrebbe essere legato al dibattito politico sulle riforme e alle ultime iniziative della segreteria Schlein, che sembrano trovare maggiore riscontro nell’elettorato.
Il Movimento 5 Stelle cresce leggermente (12,5% +0,1), confermando una fase di stabilità dopo mesi di oscillazioni. La distanza dal PD resta significativa, ma il M5S mantiene una solida base.
Alleanza Verdi e Sinistra registra un lieve aumento al 6,5%, confermandosi l’alleato più stabile nel campo progressista.
Situazione diversa per il cosiddetto Terzo Polo: Azione perde due decimi, scendendo al 3,1%, mentre Italia Viva resta ferma al 2,6%. +Europa resta stabile all’1,6%.
Sommando i dati, il centrodestra conserverebbe un vantaggio consistente.
La coalizione di governo supererebbe agevolmente il 47%, mentre il blocco PD–M5S–AVS si fermerebbe poco sopra il 41%.
In un eventuale voto oggi, dunque, il centrodestra risulterebbe ancora favorito, grazie soprattutto alla forza di Fratelli d’Italia e alla compattezza della coalizione.
Tuttavia, l’avanzata del PD e alcune incertezze interne rendono lo scenario più dinamico di quanto suggeriscano i numeri complessivi. Se le tendenze attuali proseguissero, la distanza potrebbe ridursi ulteriormente, aprendo a un quadro politico più competitivo nei prossimi mesi.
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