16 Dec, 2025 - 17:02

Giallo Liliana Resinovich, parla Gianluca Spina: gli errori nelle indagini e il ruolo di Sebastiano Visintin

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Giallo Liliana Resinovich, parla Gianluca Spina: gli errori nelle indagini e il ruolo di Sebastiano Visintin

Sono trascorsi esattamente quattro anni da quando la 63enne Liliana Resinovich svanì nel nulla: era il 14 dicembre 2021. Il suo cadavere venne ritrovato tre settimane dopo, il 5 gennaio 2022, nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni a Trieste.

Da un'ipotesi iniziale di suicidio, la Procura ha poi aperto un fascicolo per omicidio: il marito Sebastiano Visintin è stato iscritto nel registro degli indagati ad aprile 2025. Nonostante autopsie, perizie e polemiche infinite, il caso resta irrisolto.

Gianluca Spina, ex poliziotto ed esperto di comunicazione non verbale, intervistato da TAG24, sottolinea come siano stati commessi errori nelle indagini "fin dal primo giorno". Avanzando anche ipotesi sul ruolo di Visintin nel giallo.

Giallo Liliana Resinovich, Gianluca Spina: "La mia ipotesi sull'omicidio"

Gianluca Spina elenca gli errori che sarebbero stati commessi durante le indagini sul caso Resinovich, fin dai primi momenti della scomparsa della donna.

Innanzitutto il ritardo nella denuncia da parte del marito Sebastiano Visintin: in casi come questo, sottolinea l'esperto, la tempestività è fondamentale.

Poi, dopo il ritrovamento del corpo, una gestione non corretta del cadavere, che ha portato a una teoria del suicidio "assolutamente strampalata" per tre anni.

La perizia dell'antropologa forense Cristina Cattaneo ha confermato l'omicidio ma, secondo Spina, il corpo di Liliana non può essere rimasto in quel boschetto per tre settimane, come sostiene l'esperta.

"Avremmo dovuto trovare l'azione di animali e altri elementi", afferma. "Secondo me è stata uccisa nel suo appartamento". Ossia non sarebbe mai uscita di casa.

L'analisi della comunicazione non verbale di Sebastiano Visintin

Gianluca Spina ha analizzato la comunicazione non verbale di Sebastiano Visintin, evidenziando un "atteggiamento assolutamente narcisista".

Intervistato in tv dopo il ritrovamento del cadavere, "era preoccupato unicamente di parlare di se stesso", spiega Spina.  Sebbene non fosse ancora certa l'identità del corpo rinvenuto nel boschetto, lui "dava già per scontato che fosse la moglie".

Sempre a "simulare dolore", non è mai stato messo in difficoltà: anzi, è diventato con il tempo "una star televisiva" grazie ai media. 

Ma quale potrebbe essere il movente del delitto? Liliana, secondo quanto dichiarato dall''amico speciale' Claudio Sterpin, aveva intenzione di lasciare il marito per lui.

Gianluca Spina ipotizza quindi che l'omicidio sia avvenuto in un contesto familiare, perché la separazione avrebbe fatto saltare "la copertura che Liliana rappresentava per il marito. Non gelosia, né motivazioni economiche: ma il crollo del 'pilastro' della sua vita da narcisista".

Secondo l'ex poliziotto, però, è impossibile che l'assassino abbia agito da solo.

Quali sono gli elementi del caso da approfondire?

Secondo Gianluca Spina, l'indagato "andrebbe interrogato con delle tecniche che ancora oggi il sistema investigativo si rifiuta di utilizzare".

Ma non solo. Andrebbe profilata anche la vittima, per fare luce sulle sue abitudini e sul suo mondo, per spiegare anche come abbia fatto "a stare 30 anni con un uomo che è stato descritto anche da altre persone come molto aggressivo e molto narcisista". 

Il giallo di Liliana,  "l'ennesimo caso irrisolto italiano", secondo l'esperto, potrebbe celare "una verità da nascondere a tutti i costi", in quanto altre persone potrebbero essere coinvolte. 

 

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